Non doveva neppure essere convocato, ma le 15 reti messe a segno con la maglia della Juventus convinsero Vicini a portare Schillaci tra i 22 del Mondiale. La coppia prescelta era però quella formata da Gianluca Vialli e Andrea Carnevale, infatti anche dopo la rete decisiva all’esordio Totò rimase in panchina pure nel secondo match, quello contro gli Stati Uniti vinto 1-0 grazie a un gol di Giannini. Dalla terza partita, però, Schillaci non lasciò più il campo, impossibile metterlo fuori: segnava ogni volta che toccava la palla. Un gol al 9′ alla prima da titolare contro la Cecoslovacchia nel girone, poi l’1-0 agli ottavi (vinti 2-0) contro l’Uruguay, la rete decisiva nell’1-0 all’Irlanda ai quarti di finale, il gol dell’1-0 nella tragica semifinale di Napoli contro l’Argentina (1-1 dopo i supplementari e vittoria albiceleste ai rigori) e infine il gol del 2-1 nella finale terzo-quarto posto contro l’Inghilterra. In poche parole, Schillaci segnò in tutti e cinque i match giocati dal primo minuto al Mondiale, a cui si aggiunge il gol all’esordio quando subentrò a Carnevale. Al termine della competizione, il centravanti palermitano vinse il titolo di miglior giocatore e quello di capocannoniere con le sue sei reti. Quell’anno arrivò secondo anche nella classifica del Pallone d’oro, vinto da Lothar Matthaus campione del mondo con la sua Germania.
Schillaci dopo Italia ‘90