La Penna degli Altri

Addio a Mario Facco, terzino della Lazio campione d’Italia di “Long John”

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SECOLODITALIA.IT (Antonio Pannullo) – Pochi oggi ricordano Mario Facco, il terzino della Lazio nato a Milano nel 1946, che vinse lo storico scudetto del 1974 con Chinaglia, Wilson e gli altri. Lo chiamavano il gigante meneghino, era un biondo spigoloso, chiamato nel club biancoceleste nel 1968 da Lenzini. In quegli anni la Lazio passò da squadra “proletaria” a squadra campione d’Italia. E il calcio italiano piange Mario Facco, l’ex giocatore di Inter, Lazio, Avellino e Parma morto oggi a 72 anni. La sua carriera però è soprattutto legata al club biancoceleste, con il quale centrò due promozioni in serie A e vinse lo scudetto nella stagione 1973/74, una Coppa delle Alpi, un campionato De Martino, un torneo tricolore Under 23. L’anno seguente si trasferì all’Avellino, dove rimase per tre stagioni indossando anche la fascia di capitano, per poi chiudere la carriera da calciatore nel Parma e intraprendere quella da allenatore. Negli ultimi anni ha lavorato da opinionista televisivo in varie emittenti. Facco ha transitato dalla Lazio scarsa alla Lazio campione: ha giocato con Pulici, Governato, Morrone, Ghio, Fortunato,Massa, per poi entrare in squadra con Long John, Oddi, Wilson, Martini, Re Cecconi e tutti gli altri campioni. Non emerse come altri colleghi, e nel 1974 fu ceduto all’Avellino. In serie A segnò 6 goal nonostante fosse un terzino destro, ruolo che svolse sempre con grande coraggio e dignità. Noi del Secolo d’Italia lo ricordiamo negli anni Novanta partecipare attivamente alle manifestazioni di Alleanza Nazionale insieme al suo ex compagno di squadra Luigi Martini, che di An fu pure deputato. “La S.S. Lazio, il suo Presidente, l’allenatore, i giocatori e tutto lo staff esprimono profondo cordoglio per la scomparsa dell’ex calciatore biancoceleste Mario Facco e si uniscono al dolore della famiglia”, si legge in un comunicato sul sito del club biancoceleste. Nella foto è insieme a Sandro Ciotti, Giorgio Chinaglia e Pino Wilson.

(Foto tratta dal sito di Centro Studi Nove Gennaio Millenovecento)

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