GLIEROIDELCALCIO.COM (Francesco Quattrone) – Il mondo del calcio piange ancora un grande campione. Infatti, ci ha lasciato nella notte Tarcisio Burgnich, pilastro della Grande Inter e della Nazionale italiana. Classe 1939 con carriera importante iniziata nelle giovanili dell’Udinese, passando dalla Juventus, dal Palermo, fino a chiudere la carriera al Napoli. Ma l’esperienza più vincente da calciatore è stata proprio con la maglia dell’Inter di Helenio Herrera.
La sua avventura a Milano parte da terzino destro poi si rileva un libero straordinario. Ha indossato i colori nerazzurri per ben dodici anni, in cui ha vinto tutto: quattro scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali. Nonostante il ruolo da difensore è stato il giocatore più decisivo, grazie alle sue doti di marcatura che hanno portato sicurezza alla squadra e fatto vincere tanto.
Il ricordo dell’Inter: “Umile e determinato, insuperabile per gli avversari e prezioso alleato per i suoi compagni: oggi il suo sguardo fiero e la sua forza sono ricordi preziosi, un’immagine che rimarrà sempre impressa nella nostra storia.
Ciao Tarcisio, sarai sempre la nostra “Roccia”.
Soprannominato “Roccia” non a caso, Burgnich faceva sentire la sua presenza ed era difficile passare dalle sue parti. La conferma arriva anche con la Nazionale e brinda nell’Europeo del 1968, tra l’altro ultima vittoria nella competizione per gli Azzurri. Mentre nel Mondiale del 1970 in Messico si deve arrendere solo al Brasile di Pelè. Nella partita precedente, il famoso 4-3 alla Germania, Burgnich sigla il momentanio 2-2.
Ancora oggi è considerato uno dei migliori difensori italiani di sempre. Burgnich, dopo il calcio giocato, aveva iniziato la carriera da allenatore sulle panchine di Catanzaro, Bologna, Como, Cremonese e la sua ultima esperienza nella stagione 2001/2002 in Serie B a Pescara.
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