MERIDIONENEWS.IT (Giorgio Tosto) – Un altro pezzo di calcio del passato ci ha lasciati. Antonio Renna, per tutti Mimmo, salentino doc e campione d’Italia da calciatore con la maglia del Bologna nel ’64, è spirato ieri nella sua Lecce. Tanti i messaggi di cordoglio per un uomo che da allenatore ha girato l’Italia, lasciando da ogni parte ricordi indelebili. Nel biennio ad Ascoli, tra il 1977 e il ’79, Renna ha agguantato una storica promozione in Serie A facendo il record di punti. Poi la tappa a Catania, in serie B, nella travagliata stagione 1984-’85, con un 14esimo posto che faceva seguito alla retrocessione dell’anno precedente. Per lui, in Sicilia, ci sono stati anche due anni a Palermo (1981-’83) e, nel finale di carriera, sei mesi a Giarre in Serie C1: subentrato a Salvo Bianchetti nel gennaio del ’91, Renna è riuscito a condurre la squadra alla salvezza.
L’allenatore in seconda di quel semestre giarrese era Jose Sorbello, attuale presidente dell’Associazione italiana allenatori di calcio di Catania, tra i decani dei tecnici etnei. Il suo ricordo delinea con chiarezza i tratti caratteristici di Mimmo Renna. «Era arrivato subito dopo l’Epifania in una situazione particolare. All’interno dello spogliatoio c’era un clima di saturazione – precisa Sorbello – legato soprattutto alla ripetitività delle sessioni di allenamento. Questioni di natura psicologica che lui ha superato brillantemente. Renna ha capito la delicatezza del momento entrando in punta di piedi. Ha sempre parlato con me – ricorda l’intervistato – mi ha chiesto di lavorare senza sconvolgimenti né rivoluzioni. Lui ha apportato solo qualche modifica tattica, giocando in maniera più coperta».
«Avevamo iniziato benissimo – continua Sorbello – vincendo in casa con la Puteolana ed espugnando addirittura Perugia, con le reti di Attilio Bardi e Marco Mazzoli. I risultati poi hanno preso una piega diversa, ma abbiamo raggiunto l’obiettivo di mantenere la categoria (Giarre 13esimo a fine anno, ndr)». A fine campionato le strade di Renna e del Giarre si sono separate come da accordo, ma a Sorbello resta il ricordo di un grande professionista, un uomo di sport a tutto tondo: «Non ha mai usato un tono alto, non è mai stato sopra le righe. È sempre stato rispettoso dei ruoli di tutti, dal presidente al magazziniere. Era un gran signore. Per me – prosegue il mister – è stato un anno di grandissima formazione, con un vero e proprio maestro di calcio».
Jose Sorbello ha apprezzato la grande adattabilità e flessibilità di Mimmo Renna, tipico di allenatori che, dopo aver fatto la dura gavetta, erano pronti ad affrontare qualsiasi evenienza. «Nel corso della trasferta di Perugia c’era un grande freddo e, a causa della neve, non è stato possibile fare il riscaldamento mattutino al campo. Così – ammette – ci siamo messi a lavorare in albergo. Non c’era problema che non fosse risolvibile, Renna era maestro nell’affrontare le cose trovando a tutto una soluzione. Adesso – conclude Sorbello – gli staff tecnici si sono allargati, ci sono tante figure nuove. Trent’anni fa, invece, l’allenatore faceva un po’ tutto: tecnici come lui erano emblema di un altro calcio, figure ormai non più riproducibili».
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