Alan Shearer ed il suo tifo per il Newcastle
St. James Park e Gosforth si trovano ad appena 2,8 miglia di distanza l’uno dall’altro, ciò significa che chi vive in quel quartiere è anche un tifosissimo del Newcastle United. Alan Shearer crebbe proprio lì, in quel piccolo sobborgo operaio di Gosforth, nei pressi della periferia povera di Newcastle. Il padre, Alan senior, da buon operaio, non vedeva suo figlio come un calciatore ma lo considerava più adatto ad uno sport come il golf. Ad Alan, invece, non piaceva affatto. Come tutti i bambini del mondo, preferiva “calciare” un pallone di cuoio dentro la porta di un campo da calcio piuttosto che una minuscola pallina con una mazza da golf.
Come ogni tifoso che si rispetti, il piccolo Alan imparerà ad amare il calcio, andando allo stadio per le partite del Newcastle. La sua prima volta al St. James’ Park fu, un’esperienza talmente unica. Lui riuscì a sentirsi parte integrante di quella tifoseria e di quei calciatori in mezzo al campo. Quel giorno, infatti, fece una promessa a se stesso: arrivare, prima o poi, ad indossare la maglia dei Magpies, con il numero nove sulle spalle come il suo idolo da bambino. Il leggendario, Kevin Keegan.
Gli inizi di carriera al Southampton
I suoi primi passi nel football lì muoverà tra le file del Wallsend Boys Club, ovvero un piccolo circolo ricreativo con, all’interno, una squadra di calcio giovanile. In quei vecchi campetti di periferia, i gol arrivarono a raffica, da vero bomber di razza. Lui mostrava un talento fuori dal comune. I taccuini degli scout, di tutta Inghilterra, erano già segnati con il suo nome. Tante le possibilità ma lui scelse una delle Accademy più floride e rigide del paese, famosa per il suo grandissimo lavoro di scouting ma soprattutto per l’applicazione di regole ferree, in grado di sfornare talenti, in quegli anni, del calibro di Matt le Tissier e Peter Shilton, naturalmente stiamo parlando del Southampton. Fu Jack Hixon, storico osservatore del Saints, a volerlo a tutti i costi facendogli firmare il suo primo contratto da semiprofessionista a 15 anni.
Dopo un periodo di duro apprendistato e a quasi tre anni di militanza nelle giovanili, arrivò la sua grande occasione, il centravanti titolare dei biancorossi, un certo Paul Rideout, si fece male e quel giorno, il 9 Aprile 1988, quasi a diciotto anni, durante il suo esordio in prima divisione da titolare contro l’Arsenal, ci mise poco tempo a incantare i suoi nuovi tifosi.
Nel primo quarto d’ora di partita approfitta di un errore difensivo avversario e di testa buca le mani del portiere: rete 1 a 0. Fino a qui nulla di speciale, se non fosse che nei minuti successivi ne segnerà altri due: raddoppia il bottino personale ancora con un gran colpo di testa e nel secondo tempo si ritrova solo dentro l’area avversaria, sfruttando un’incertezza del portiere, gonfiando per la terza volta la rete.
È il più giovane marcatore inglese a portarsi il pallone a casa
Nonostante la splendida tripletta messa a segno all’esordio, Shearer fa fatica ad inserirsi negli schemi tattici dei Saints. Questo fu uno dei motivi per cui partì spesso dalla panchina senza nemmeno riuscire ad impressionare in quei pochi minuti che gli venivano concessi. Si fece presto a pensare di lui che quella partita con l’Arsenal fosse stata solamente un fuoco di paglia. La svolta però arrivò nel 1991, quando Ian Branfoot prese il posto di Chris Nicholl sulla panchina dei Saints ed è lì che Shearer, a ventidue anni, si sentì finalmente al centro del progetto, disputando una stagione ad altissimi livelli: con 13 gol realizzati in campionato, trascinò il Southampton alla matematica salvezza.
La SAS e il titolo con i Rovers
Nel 92’, tutti volevano Shearer, ma fu il Blackburn Rovers ad aggiudicarselo. Il suo trasferimento rappresenta un vero e proprio terremoto all’epoca per il campionato inglese poiché la cifra sborsata dal club dell’ambizioso presidente, Jack Walker, rappresenta un record con 3,4 milioni di sterline; una vera e propria montagna di soldi per essere nei primi anni novanta. Tuttavia non è stato affatto semplice convincere Shearer a scegliere il Blackburn. A quei tempi l’allenatore dei biancoblú era il manager scozzese Kenny Dalglish. Lui dovette affidarsi ad una grande opera di convincimento per portare Alan a rifiutare addirittura la corte serrata del Manchester United.
Mentre Ferguson preferì parlare con Shearer solo telefonicamente, Dalglish decise di incontrarlo personalmente per prospettargli il nuovo progetto dei Rovers, con l’obiettivo di provare a vincere il campionato. Alla fine, Shearer accetta le lusinghe dello scozzese, oltre ad un ricco contratto quadriennale da circa 10mila sterline a settimana. Ferguson e il Manchester United rimasero con un pugno di mosche in mano, semplicemente snobbati dall’attaccante inglese.
Alan Shearer e Chris Sutton: una delle coppie d’attacco più forti
Dopo un biennio, tra alti e bassi, la svolta avvenne nella stagione 1994-95, con l’arrivo dell’attaccante Chris Sutton, che insieme a Shearer comporranno una delle coppie d’attacco più forti e prolifiche della premier League, la cosiddetta SaS, (per l’appunto acronimo di Shearer – Sutton). Con un totale di 49 reti in una sola stagione, 34 per Shearer e ben 15 per il suo compagno di reparto, dopo quasi 82 anni dall’ultimo trionfo,
i Rovers nonostante la sconfitta all’ultima giornata a Liverpool, riuscirono a vincere il titolo con un solo punto di distanza dal Manchester United, che a sua volta non era riuscito ad andare oltre al pareggio in casa con il già salvo West Ham. È il primo grande trionfo per Shearer da calciatore, ma non poteva mai immaginare che sarebbe stato anche l’ultimo della sua grande carriera professionistica.
Così dopo quasi quattro anni anche Alan si era accorto che fosse giunto il momento di cercare una nuova sfida. Il presidente dei Rovers, provò in tutti i modi a convincerlo di restare, offrendogli anche il doppio ruolo da player-manager. Ma tutte le proposte furono soltanto un buco nell’acqua perché Alan aveva già preso la decisione di andare via.
L’amore eterno per il Newcastle United
Quando seppe dell’interessamento del Newcastle, capì che era l’occasione giusta per mantenere la promessa che si era fatto tanti anni prima da bambino. La sua scelta fu ancora più semplice nonostante le lusinghe dei grandi club, quando fu proprio il suo idolo, il manager Kevin Keegan. Lui lo chiamo e gli offrì la maglia numero nove mettendolo al centro del suo progetto. Dunque dopo 15 milioni di sterline investiti dal Newcastle per acquistarlo, e dopo l’ennesimo no rifilato a Sir Alex Ferguson e al Manchester United: Shearer diventa ufficialmente un giocatore bianconero. Scelta di cui non si pentirà mai.
Per Alan Shearer il Newcastle era e sarà per sempre la sua vita.
Non riuscirà mai a vincere trofei con quella maglia indosso ma si toglierà comunque le sue grandi soddisfazioni. Con i bianconeri Shearer giocherà 303 partite in Premier mettendo a segno 148 reti. Vivrà grandi notti europee in cui metterà a segno ben 30 gol in totale, diventando anche capocannoniere nell’edizione della Coppa Uefa del 2005. Conquisterà, inoltre, il terzo titolo di capocannoniere in Premier (1997, 25 gol). E, soprattutto riuscirà, nel suo grande obiettivo, cioè quello di diventare il miglior marcatore di tutti i tempi nella storia del Newcastle e della nuova Premier League, che stava per nascere, con 441 presenze e 260 reti, record che resiste ancora tutt’oggi.
Anche tante però furono le amarezze e le delusioni: come il secondo posto conquistato in Premier nel 1997. Le due finali consecutive di Fa Cup perse (1997 e 1998). I tanti piazzamenti nelle zone alte della classifica ma senza ottenere un vero trofeo. In fin dei conti a lui non ha mai importato quasi nulla dei soldi o dei titoli. Quello che contava per lui era non deludere la gente della sua città. L’altra cosa che interessava ad Alan Shearer era mantenere la promessa che si era fatto: diventare a tutti gli effetti il “Signore di Newcastle” .
GLIEROIDELCALCIO.COM (Francesco Indelicato)