(FIRENZEURBANLIFESTYLE.COM di Francesco Sani)
La rivista Firenze Urban Life Style racconta quel 30 Giugno del 1990 in cui la Jugoslavia di Stojkovic venne immeritatamente battuta dall’Argentina di Maradona durante il mondiale italiano. Si giocava a Firenze. Ecco un estratto.
[…] Quando nel 1984 l’Italia si aggiudicò l’organizzazione della “FIFA World Cup 1990”, a Firenze, una delle città ospitanti, si pose la questione dello stadio. Il vecchio Comunale era inadeguato al livello del torneo. […] Lo stadio, per chi non lo sapesse, fu progettato nel 1930 da Pierluigi Nervi ed è considerato un gioiello di architettura Razionalista.
[…] Definiti i sorteggi, all’Artemio Franchi nell’estate 1990 sarebbero state disputate quattro incontri: tre del Gruppo A (Cecoslovacchia – USA; Cecoslovacchia – Austria e Austria – USA) più una a eliminazione diretta. Un Quarto di Finale (Argentina – Jugoslavia).
[…] La Jugoslavia era arrivata all’appuntamento in crescendo. Un gruppo così di talento ormai pronto ad affermarsi a grande livello. Al più forte giocatore del mondo, Diego Maradona, detto “El Pibe de Oro”, fresco di Scudetto con il Napoli, contrapponevano il più forte giocatore d’Europa: Dragan Stojković, soprannominato “Piksi” […] L’incontro fu probabilmente il più equilibrato del torneo. Meglio i giovani slavi, costretti tra l’altro a giocare in dieci dal 30’ per una frettolosa espulsione di Sabanadzović […] Persistendo lo 0-0, il passaggio del turno si sarebbe deciso con la lotteria dei rigori. La sequenza si calciò nella porta sotto la Curva Fiesole. […] Faruk Hadzibegić doveva segnare assolutamente. Lui non voleva tirare, ma i compagni gli chiesero di prendersi questa responsabilità. Sì, perché Osim, subito dopo i supplementari, aveva augurato buona fortuna ai suoi ragazzi e se ne era andato negli spogliatoi. Senza voler vedere i rigori, tantomeno senza indicare i cinque tiratori! Faruk posizionò la palla sul dischetto. Goycochea gli fece una smorfia. Il rigore non fu calciato male ma neppure molto angolato, così il portiere a volo d’angelo riuscì a respingere la palla.
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