(SPORTPRESS24.COM di Stefano Ghezzi – Foto WIKIPEDIA)
Il sito SportPress24 pubblica una intervista esclusiva ad Aristide Guarneri, protagonista della grande Inter di Herrera. Vi proponiamo un estratto della stessa.
[…] Aristide Guarneri, praticamente un’enciclopedia del calcio: 3 scudetti, 2 coppe campioni, 2 coppe intercontinentali e 1 europea. Lei ha fatto anche parte della Grande Inter, anni 60, ed era in coppia con Armando Picchi. Che ricordi ha di quel periodo?
[…] “Io ero andato all’Inter 3 anni prima che arrivasse Herrera, quindi ho avuto altri allenatori, quando andavamo in ritiro ad agosto che andavamo sempre in montagna, la prima settimana si facevano passeggiate sui monti, corse, ginnastica… il pallone non si vedeva neanche! Per far capire come è cambiato il calcio con Herrera: quando è arrivato lui, il primo giorno di allenamento, un pallone a testa!”.
[…] Infatti, Herrera ha cambiato la storia del calcio…
[…] “Gli allenamenti che faceva Herrera per il mio fisico erano il massimo, mi sentivo bene… con i suoi allenamenti, io fisicamente non ero mai stanco, ero sempre in forma, diciamo che ero atleticamente sempre a posto.”
[…] Lei è diventato “insostituibile” dopo quella famosa partita Inter-Spal vinta 8-0
[…] “Mi ricordo la prima partita che ha giocato un ragazzo a San Siro che c’erano 60-70 mila persone e quindi questo ragazzo poverino si è emozionato così tanto che ha fatto una partita disastrosa… La seconda partita anche andata male, la terza sono sceso io e abbiamo fatto 8-0 con la Spal e Angelillo ha fatto 5 gol, quell’anno lì per altro ha fatto il record che ancora adesso c’è…”
[…] Incredibile…! C’è un episodio particolare nella sua storia: quello del 31 gennaio del 1965, Foggia-Inter, dove il Foggia vince 3-2… cosa è successo prima della partita, dove eravate andati?
[…] “Siamo andati da Padre Pio, devo dire che è stata una bella cosa, io non sono un uomo di chiesa però dico la verità… a vedere Padre Pio già eri “sull’attenti”, ma già a vederlo senza che lui non facesse niente! Si vedeva una persona diversa da tutte le altre. Però, è stata l’ultima partita che abbiamo perso nel girone di ritorno, perché da quella partita abbiamo fatto 2 pareggi e le abbiamo vinte tutte e abbiamo vinto il campionato”.
[…] Lei ha avuto storie con personaggi di cui ci si deve soltanto che inchinare: Mazzola, Corso, Suarez, Bedin. Siete anche stati premiati insieme una volta a San Siro. Che ricordi ha di questi uomini?
[…] “Facchetti non faceva quello che diceva Herrera. Herrera voleva che lui andasse avanti invece lui giocava da terzino: 1,90 con le ali che c’erano all’ora che erano tutte piccoline faceva fatica diciamo… questo perché non faceva quello che diceva Herrera”.
[…] Cosa manca secondo lei, rispetto al calcio vissuto da lei, al calcio odierno?
[…] “Una volta sopperivi il fisico con la classe, parlo di Rivera, di Mazzola , loro erano non avevano molto fisico, ma sopperivano con la classe, adesso non è abbastanza, adesso ci vuole anche il fisico, perché si corre molto di più e corrono in 11… una volta chi correva erano 3-4″.
[…] Ritornando al passato, con quali giocatori lei ha stretto un bel rapporto che va oltre la professionalità e che si è portato avanti fino ad ora?
[…] “C’è una cosa da dire, ognuno, finita la partita, andava per affari suoi e non eravamo molto amici fuori, ma eravamo molto amici in campo, quello sicuramente, e si vedeva anche dai risultato”.
[…] Ecco perché è denominata la “Grande Inter”, perché comunque avete fatto quello che nessuno ha fatto nella storia.
[…] “Si, ho notato che quando si dice “Grande Inter” lo sanno tutti quando è stata e quello mi fa molto piacere, perché quando dici “Grande Inter” lo sanno che è stata l’Inter di Herrera”.
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