in questi giorni, si celebra il centesimo anniversario dalla nascita di Artemio Franchi.
Alessandro Bocci, nel Corriere della Sera odierno, traccia il profilo dell’ex presidente della Fiorentina che tanto farebbe bene in questo momento al calcio italiano.
Ecco alcuni estratti:
“[…]Franchi, di cui nel 2022 ricorre il centenario dalla nascita, ha preso in mano la Federcalcio nel 1967 dopo la Corea, un altro momento disastroso e con una sterzata decisa ha rilanciato il movimento: sua la contestata decisione di chiudere le frontiere agli stranieri. Un anno dopo, con Ferruccio Valcareggi in panchina, gli azzurri sono diventati campioni d’Europa e nel ’70 hanno perso la finale del Mondiale con il Brasile di Pelè.
il calcio è sempre stata la sua grande passione. Dirigente della Fiorentina del primo scudetto, da presidente federale la sua carriera non si è più fermata: ha dato impulso al Centro tecnico di Coverciano, ha sferzato i dirigenti che, accecati dalla voglia di vincere, perdevano di vista i bilanci: «Non permetterò che facciate follie nel mercato, esigo chiarezza e massima onestà», la frase consegnata alla storia. Nel ’73 presidente dell’Uefa, l’unico italiano ad assumere questo incarico e l’anno dopo vicepresidente Fifa, tenendo sempre testa ad Hàvelange.[…]”
“[…]Lo chiamavano il Granduca di Toscana e l’ultimo regalo al calcio italiano è stato il Mondiale del ’90.
Franchi è stato tante cose tutte insieme: competente, arguto, risoluto. Anche complicato. lndimenticato.[…]“
Corriere della Sera – Alessandro Bocci