Austria e Germania Ovest dal miracolo di Cordoba alla vergogna di Gijón
Riguardo ad Austria e Germania Ovest, nazionali che il destino ha voluto si scontrassero nelle fasi finali sia del campionato iridato tenutosi nel 1978, sia in quello del 1982, le date in cui le stesse si sono affrontate sono state rispettivamente il 21 giugno 1978 e il 25 giugno 1982. Nel primo caso le due squadre si sono ritrovate in uno dei due gironi delle semifinali da cui sarebbero state promosse le finaliste dalla competizione, nel secondo caso si sono trovate di fronte nel secondo girone del primo turno del mondiale spagnolo, da cui dovevano qualificare le due nazionali che sarebbero approdate nei successivi gironi a tre squadre, i quali avrebbero designato le semifinaliste.
Il primo caso abbiamo (nella visuale degli austriaci) il miracolo di Cordoba, nel secondo caso, a parere di tutto il mondo, escluse le due federazioni calcistiche interessate, si è avuto il vergognoso “biscotto” di Gijón, ovvero il furto del secolo nei confronti della nazionale algerina, che precedentemente aveva battuto i tedeschi per 2 a 1, con grande sorpresa generale, aveva perso con gli austriaci per 2 a 0 e aveva sconfitto solo per 3 a 2 il Cile, che aveva rimontato due gol, inguaiando la squadra nord africana in termini di differenza reti complessiva.
E allora il 21 giugno 1978 gli austriaci si rendono protagonisti di una grande prestazione disinteressata (vincendo gli stessi non ottengono nulla, permettendo all’Italia di giocare la finale per il terzo posto, altrimenti disputabile da parte tedesca). Nel primo tempo Rummenigge porta avanti i tedeschi al 19’, nel secondo tempo un’autorete di Vogts al 59’ e un gol di Krankl al 67’ ribaltano il risultato, ma per un minuto perché Hoelzembein al 67’, dopo punizione di Bonhof, pareggia.
La partita, piuttosto spenta nel primo tempo, diventa vivace nella ripresa con vari rovesciamenti di fronte. Il pari, qualora si fosse concretizzato, avrebbe fatto comodo ai tedeschi, che avrebbero disputato la finale per il terzo posto, dato che l’Olanda batteva l’Italia. Ma l’Austria non fa calcoli e non è propensa a regali ai cugini tedeschi. Essa vuole vincere; è da 47 anni che non regola i tedeschi. E a due minuti dal termine Krankl segna il gol della vittoria austriaca. In Austria è festa e si inneggia al “Wunder” di Cordoba, in Germania, viceversa, è la catastrofe calcistica (si parla di “Schmach”, vergogna nazionale). Krankl diventa un eroe nazionale e il Barcelona lo acquista, apprezzandone le dote in attacco (quell’anno risulta Scarpa d’oro europea).
L’Austria, cavalleresca nei confronti degli avversari, di tutti gli avversari, va alle stelle. Invece, quattro anni dopo la musica cambia. Il 25 giugno 1982 si gioca la partita decisiva del gruppo 2 per le qualificazioni al girone successivo. Germania Ovest-Austria. Dati i risultati sino a quel momento conseguiti in quel gruppetto, se la Germania Occidentale vince per 1-0 o per 2-0, passano tutti e due le compagini tedescofone.
Un 3-0 a favore dei tedeschi elimina l’Austria a favore dell’Algeria; con il pareggio o la vittoria austriaca, i tedeschi vanno a casa (per far posto sempre agli algerini) e gli austriaci si classificano primi, con la iattura di incontrare nel secondo turno una promettente Inghilterra, ovvero una delle due squadre (l’altra era stata il Brasile) capaci di qualificarsi al secondo turno già dopo due delle tre partite in programma.
Perdendo con uno o due gol di scarto e arrivando secondi, gli austriaci finiscono nel girone relativamente più comodo, insieme con Francia e Irlanda del Nord. E la Germania Occidentale vince per 1-0 dopo una partita sbloccata da un gol al 10’ da parte di Hrubesch su cross di Littbarski. I tedeschi nel primo tempo potrebbero confezionare un altro gol; l’Austria non dà impressione di poter e voler far più di tanto, e già da quasi subito inizia una stucchevole serie di passaggi all’indietro da ambo le parti.
Nel secondo tempo, il nulla, 45 minuti di inguardabile e insopportabile melina, in qualche caso grottesca, che fa imbestialire gli spettatori spagnoli presenti sugli spalti (a un certo punto in medesimi urlano in segno di scherno frasi come “que se besen, que se besen” o “fuera”, “fuera”, fischiando, con il portiere tedesco Schumacher che reagisce con plateali gestacci), irrita persino gli spettatori austriaci e tedeschi (parte degli stessi non disdegnano di scandire “Algeria, “Algeria”, bruciando – pare – i propri rispettivi vessilli nazionali), sdegna gli algerini, dai dirigenti sportivi ai politici, che da subito si sentono derubati e che protestano inutilmente (la FIFA è peggio della mafia, si commenta).
Ma la cosa lascia indifferenti Havelange, (che dichiara che “se volete frequentare certi sogni, avete a disposizioni le Olimpiadi”), Neuberger (il vice presidente della FIFA difende la nazionale tedesca dicendo in un’intervista al giornale di Colonia “Express” che la squadra teutonica ha il diritto di giocare a ritmo lento e con tattica difensiva di sicurezza) e i giocatori austriaci e tedeschi con i loro rispettivi vertici calcistici.
Ma in Austria un telecronista invita a spegnere il televisore e la stampa parla di spettacolo imbarazzante e partita scandalosa: non mancano coloro che addirittura chiedono l’esclusione delle due squadre di lingua tedesca dal proseguo del Mundial. Non solo, il giorno successivo il giornale spagnolo “El Comercio” non tratta la partita come un evento sportivo: la considera come un fatto di cronaca giudiziaria, con il caustico commento di “circa quarantamila persone presuntamente (il quotidiano adopera proprio questo avverbio) truffate allo stadio Molinón da parte di 26 cittadini tedeschi e austriaci”.
Di truffa parla anche “As” (furto del secolo) e “Marca” (inganno a un campionato mondiale). Altri giornali ironicamente commentano che ci mancava solo che si baciassero. In Italia diversi giornali usano il termine “vergogna” nei loro titoli. Venticinque anni più tardi al giornale arabo “Al Ittihad” il tedesco Briegel e gli austriaci Schachner e Krauss rivelano come fosse intervenuta tra le due squadre una sorta di accordo di fatto. Ora se questo fosse stato tacito o dichiarato, o peggio ancora premeditato già prima dell’incontro, poco importa, perché, alla fine, raggiunse lo scopo proposto, ovvero di far qualificare le due squadre di lingua tedesca, ai danni dell’Algeria, che non meritava di essere eliminata in una maniera così poco sportiva. Così si passava dal miracolo o dalla meraviglia degli austriaci alla vergogna mondiale, stavolta, e non nazionale come quella lamentata in terra tedesca nel 1978.
GLIEROIDELCALCIO.COM (Francesco Zagami)