Il San Nicola di Bari si rifà il look. Secondo quanto riportato dalla “Gazzetta del Sud” l’idea è quella di cambiare i seggiolini dello stadio per vari motivi tra cui quello benefico. L’idea infatti è quella di far firmare alcuni seggiolini dai giocatori biancorossi e poi metterli all’asta per raccogliere fondi per il popolo ucraino.
Lo stadio di Bari è stato costruito in occasione dei mondiali di Italia ‘90 visto che il capoluogo pugliese era stato scelto come una delle città ospitanti ma il vecchio stadio non era adatto per ospitare manifestazioni di tale importanza. Il “San Nicola” è il quarto stadio, come capienza, in Italia ed il più grande della Puglia. Dalla stagione ‘90-’91 i “galletti” disputano le partite casalinghe proprio in questo stadio e, in quei 10 anni, scrissero pagine che rimasero memorabili nella storia della serie A.
Il “Trenino”: Una delle esultanze, più iconiche, della serie A la portarono sicuramente loro. Il battesimo avvenne a San Siro contro l’Inter e la prima volta che esultarono così, in casa, fu contro il Genoa dopo una rete di Protti. Dopo i gol i giocatori si mettevano a gattoni, uno dietro l’altro e quello dietro metteva le mani sulle caviglie di quello davanti e simulavano il movimento del treno. Ancora adesso, dopo tanti anni, è una delle esultanze più ricordate.
Il capocannoniere Protti. Uno dei giocatori fondamentali in quel Bari era sicuramente Igor Protti (vi riproponiamo l’intervista fatta da Andrea Gioia). Di gol lui ne faceva tantissimi e anche di pregevole fattura e, nella stagione 1995-1996 diventò addirittura capocannoniere della massima serie con le sue 24 reti. Nonostante le sue marcature, non riuscì ad evitare la retrocessione ai “galletti” che proprio in quella stagione retrocedettero.
Le stagioni più importanti
Dalla stagione ‘97-98 a quella del 2000-2001 il Bari rimase in serie A per quattro stagioni consecutive e portò alla ribalta diversi talenti. Da Ventola che poi passò all’Inter, da Zambrotta che andò alla Juve e divenne uno dei pilastri della nazionale. Se c’è una data, però, che i biancorossi ricordano con affetto è il 18 dicembre del 1999 quando la squadra di Fascetti vinse contro l’Inter per due a uno grazie al talento di “Bari Vecchia”: Antonio Cassano. A due minuti dalla fine, il numero 18 al suo esordio in prima squadra prese palla con un controllo d’esterno se la portò avanti di testa, con un dribbling supera Blanc e Panucci e poi calcia in porta battendo Peruzzi. Da quella rete nacque una stella.
I compianti Mancini, Masinga e Ingesson. Tra i tanti campioni a vestire la maglia in quelle stagioni ci sono tre giocatori che sono rimasti nel cuore dei tifosi del Bari e non solo e che ci hanno lasciato troppo presto. Tra questi c’è il portiere Francesco Mancini che difese la porta dei “Gallesi” dal 1997 al 2000 totalizzando 95 presenze. L’attaccante Phil Masinga che vestì la maglia biancorossa per quattro stagioni totalizzando 84 presenze e 33 reti in tutte le competizioni. Ingesson, invece, giocò con la maglia del Bari dal ‘95 al ‘98, rimanendo anche in cadetteria e riportando subito in massima serie i “galletti”. Con la squadra pugliese, l’ex centrocampista svedese, scende in campo per 94 volte e segna 11 reti.
Queste sono alcune pagine che, la società pugliese, ci ha regalato negli anni ’90. La speranza è che, presto, possa tornare nella massima serie, dandoci la possibilità di vivere altre pagine memorabili.
Trent’anni di amore per il calcio e da dieci che cerco di raccontarlo in tutti i modi. Dalla carta stampata, alla web radio, dai social ai siti web. Una passione unica. Mi piace confrontarmi, dialogare, scrivere, documentarmi e ricordare diversi momenti che hanno reso magnifico questo sport.