I campioni che hanno fatto epoca nel patinato mondo del calcio sono tanti, chi più chi meno. Uno in particolare ha segnato una fortissima generazione venuta dalla Germania ancora divisa. Franz Beckenbauer, per tuttiKaiser Franz, ha rappresentato il prototipo del giocatore perfetto: duttile, tecnicamente raffinato e dotato di un carisma come pochi. Calciatore eccelso di una nazionale in grado di giocarsi “la partita del secolo” dell’Azteca e di sconfiggere l’invincibile armata olandese nel mondiale casalingo del ’74. Per Beckenbauer non esistevano problemi fisici o mentali. Tutto per il risultato, anche giocare con una lussazione alla spalla.
Il flirt con l’Italia continuo, fin dal 1966. Del temutissimo squadrone nerazzurro avrebbe dovuto essere l’astro nascente venuto dall’estero. Moratti credeva fermamente nelle capacità tecniche di questo 21enne bavarese e gli aveva fatto firmare un pre contratto per l’esorbitante cifra di 900 mila marchi tedeschi. Roba da non crederci. Il Bayern ed il calcio tedesco non potevano competere, al tempo, con la nostra Serie A. Tutto fatto o quasi. L’Italia della spedizione mondiale del ’66, però, naufragò sotto i colpi della tempesta coreana e così l’acquisto di Franz saltò, bloccando un mercato estero per più di un decennio.
Un peccato per Beckenbauer, il cui unico pallino era sempre stato quello di giocare nel Belpaese.
Non ci riuscirà mai, ma vincerà tantissimo con il suo Bayern Monaco e con laDie Mannschaft.
E allora, nel 1984, l’avventura da allenatore sembra l’unica strada per continuare a coltivare il mito. Quel geniaccio di Maradona gli impedisce di conquistare il titolo in Messico, nello stesso stadio che lo aveva visto protagonista 16 anni prima, opposto all’altro fenomeno Rivera. Arriva l’8 Luglio del 1990. Lo Stadio Olimpico è vestito a festa. Beckenbauer, con una squadra arcigna e tenace, conquista la terza Coppa del Mondo per la sua Nazionale. L’Italia, la tanto sognata Italia, lo ha finalmente accolto.
Il 20 Agosto di quell’anno, come naturale conseguenza di un amore sempre presente ma mai sbocciato, le dichiarazioni del Kaiser sulle pagine de La Gazzetta dello Sportlasciano presagire un evento inaspettato e tanto atteso. Il destino del Franz allenatore potrebbe essere italiano.
Una notizia sensazionale, supportata dalle dichiarazioni del diretto interessato: “La tendenza è quella di trasferirmi in Italia. Un’offerta c’è già, spetta a me decidere se accettarla o meno”.
La Gazzetta dello Sport del 20 Agosto 1990
Quel giorno partì la corsa alla squadra che avrebbe accolto il campionissimo tedesco, con Milan e Napoli escluse per via degli ottimi risultati raggiunti in quell’anno da Sacchi e Bigon. La pista più calda Firenze, ancora scossa dall’addio del fenomeno Baggio ed in cerca di un tecnico esperto e vincente.
La storia andrà diversamente, per buona pace di Beckenbauer e della Serie A. Lazaroni guiderà la compagine di Cecchi Gori e l’ambizioso Tapie, con un blitz decisivo, condurrà il tedesco alla sua corte marsigliese, salvo poi esonerarlo a Dicembre di quell’anno.
Un sogno già scritto che finì per non avverarsi … proprio come nel ’66.
Classe '83, viaggiatore instancabile ed amante del calcio e dello sport tutto.
Una Laurea in Comunicazione, una tesi sul linguaggio giornalistico sportivo degli anni '80 ed una passione per il collezionismo, soprattutto quello inerente la nazionale italiana.
Alla sua attività turistica, associa collaborazioni con giornali del mondo travel.
Testata preferita: GLIEROIDELCALCIO.COM"