La Gazzetta dello Sport racconta la storia di quel soprannome iconico che ha contrassegnato un grandissimo personaggio del giornalismo e dello sport italiano. Ecco un estratto.
[…] Il soprannome “Bisteccone” ha data e luogo. Via del Babuino, centro di Roma, la strada che collega Piazza di Spagna a Piazza del Popolo. È il 1970. Giampiero Galeazzi ha 24 anni ed è un talento del canottaggio, ma sogna di fare il giornalista e raccontare lo sport. Tutto questo dopo aver vinto un paio di medaglie d’oro nei campionati italiani di canottaggio. Quel giorno, però, viene reclutato dal collega della Radio Renato Venturini per giocare un doppio a tennis.
“Raggiungimi in sede Rai, così ti presento ai colleghi dello sport”
, gli dice. Il palazzo era a Via del Babuino, dove oggi c’è l’Hotel de Russie. Giampiero entra, si presenta, dà la mano a tutti, si presenta bene, soltanto che è alto, massiccio e con due spalle così. A quel punto Gilberto Evangelisti, storico giornalista sportivo, lo squadra dalla testa ai piedi e fa all’amico Renato:
“Ma chi è ‘sto bisteccone?”.
Il resto è storia.