Il ricordo di Bruno Bolchi
Entrare nella storia come una figurina potrebbe sembrare, ad una lettura superficiale, quasi offensivo ma, come tutte le cose, bisogna fare poi i giusti approfondimenti per capire la realtà dell’accaduto. Quanto sopra è capitato a Bruno Bolchi, calciatore negli anni Sessanta, allenatore di lungo corso poi, scomparso in queste ore: non è riduttivo, nel suo caso, perché parliamo delle classiche figurine Panini, quelle che hanno riempito tutta la nostra gioventù al ritmo di “ce l’ho, mi manca”, con tutto il condimento di scambi e di giochi; sarebbe riduttivo se, nel caso di Bolchi, ci limitassimo alle sole figurine. Centrocampista di quelli tignosi, si mise in mostra nelle giovanili dell’Inter fino a guadagnare la prima squadra guidata dal Mago Helenio Herrera, conquistando da capitano ventunenne lo scudetto del 1962/1963. Conclusa questa parentesi, e la prima parte della sua carriera, passando per Verona e Atalanta, Bruno Bolchi l’ultima parte della sua vita agonistica la completò diventando bandiera del Torino, prima di appendere i classici scarpini al chiodo dopo l’ultima stagione alla Pro Patria in Serie C nel 1972. Per il suo aspetto fisico, molto prestante, ebbe il soprannome di Maciste, ma fu sempre un gigante buono, è nella sua militanza all’Inter che entrano in gioco le figurine: la Panini inizia le pubblicazioni nel 1961 del mitico album, e la prima figurina stampata raffigura proprio lui, Maciste Bolchi, tra l’altro figurine non auto incollanti, ma su cui bisognava stendere colla da carta, l’altrettanto mitica coccoina. Un primato che ben giustifica l’essere entrato nella storia anche per questo avvenimento. Chiusa, quindi, la carriera agonistica, condita anche da quattro presenze nella Nazionale maggiore, Bolchi intraprese con buon successo quella da allenatore, dipanandola in maniera quasi equa tra il Nord e il Sud della Penisola, anche se forse le soddisfazioni maggiori vennero dal meridione. È con Bari, Lecce e Messina, infatti, che conquistò la Serie A, più un’altra volta con il Cesena, con i galletti pugliesi l’essere arrivati anche ad un passo dall’entrare nella leggenda, conquistando anche una promozione dalla Serie C e sfiorando l’impresa nella stagione 1983/1984 in Coppa Italia, fermandosi solo in semifinale dopo aver eliminato anche Fiorentina e Juventus, record eguagliato solo trentadue anni dopo dall’Alessandria. Un uomo vero, con una storia legata alle figurine, una vita vera vissuta con l’onestà di un Maciste buono sui campi di tutta Italia.
GLIEROIDELCALCIO.COM (Raffaele Ciccarelli)