(ILFATTOQUOTIDIANO.IT di Cristiano Vella – Foto ILFATTOQUOTIDIANO)
[…] 27 anni fa, nel marzo del 1994 erano altri tempi ed era d’altro stampo il compianto Bruno Giorgi che, da mister del Cagliari, prima di affrontare la Juventus del suo amico Trap, dice con occhi furbetti che l’arma per battere i bianconeri è il “sano provincialismo”.
[…] E il buon Giorgi, carattere ruvido e pochi fronzoli, era pure subentrato in corsa a Gigi Radice. […] Col morale dei sardi sotto i tacchi, Bruno da Pavia fa l’unica cosa che sa fare, […] lavorare e far lavorare i suoi. Con provincialismo, sì: organizzando una squadra che lotti palla su palla, magari lasciando in panca qualche big come Max Allegri e puntando su un ragazzetto sardo soprannominato Cinghialetto, Marco Sanna, sull’esperto Aldo Firicano e ripartire con la verve di Checco Moriero, l’intelligenza del capitano Gianfranco Matteoli, la velocità di Lulù Oliveira.
[…] Però la truppa di Giorgi vuole onorare l’impegno, altroché: e supera la Dinamo Bucarest, poi il Trabzonspor a fatica, poi il Malines agli ottavi. Il sorteggio ai quarti però è sfortunato: c’è la Juve di Trapattoni, amico di Bruno Giorgi, di Roby Baggio, di Angelo Peruzzi. E dunque? E dunque la Juve è favorita, Giorgi lo sa, ma con un po’ di provincialismo la si può sfangare. L’andata è a Cagliari: Cinghialetto Sanna si incolla su Baggio e non lo fa respirare, Cinghialone Peruzzi dall’altro lato non può nulla su un bel destro di Dely Valdes e finisce uno a zero.
[…] No, quella coppa non l’avrebbe vinta il Cagliari: fermati dall’Inter futura vincitrice in semifinale, stremati dopo una stagione a lottare per la salvezza e giocare per la storia.