PRIMAPAGINAONLINE.IT – La sua esultanza nel derby Atalanta-Brescia allo stadio Atleti Azzurri d’Italia è rimasta nella storia del calcio italiano. Solo un uomo dalla personalità forte poteva essere in grado di correre ed esultare sotto la curva atalantina dopo il pareggio del suo Brescia. Stiamo parlando, ovviamente, del mitico Carletto Mazzone, icona di un calcio ormai passato ed idolo dei tifosi di tutte le squadre che hanno avuto la fortuna di averlo.
Carlo Mazzone nasce a Roma il 19 marzo 1937. I suoi inizi da calciatore sono con la maglia delle giovanili della Roma. Il suo esordio in Serie A risale al 331 maggio 1959 in Fiorentina – Roma, partita finita poi per 1-1.
L’anno seguente passò, sempre in Serie A, alla SPAL. Nello stesso campionato giunse in Serie C al Siena. L’anno seguente andò alla Del Duca Ascoli, club in cui giocò per nove anni, dal 1960 al 1969, e dove collezionò 221 presenze, quasi tutte da capitano. La sua ultima stagione da calciatore, quella 1968-1969, fu anche la sua prima da allenatore, sempre dei bianconeri.
Questa esperienza all’Ascoli ha reso Sor Carletto un marchigiano d’adozione, tanto che il suo legame con la città e la squadra, impegnata nel campionato di Serie B, è ancora forte e vivo, nonostante i tanti anni trascorsi dall’esperienza da allenatore e da calciatore con la maglia bianconera.
La sua carriera da allenatore spicca il volo proprio ad Ascoli nel 1968 quando il presidente Rozzi gli affida la conduzione della prima squadra. Mazzone rimase fino al 1975. In questo periodo, con due promozioni in tre anni, portò la squadra dalla Serie Calla massima serie. Nel campionato 1974-1975 conquistò la prima di molte salvezze in Serie A, passando a fine stagione alla Fiorentina.
Sulla panchina della Fiorentina rimase per ben tre anni, vincendo addirittura la Coppa di Lega Italo Inglese nel 1975 e concludendo il campionato 1976-1977 al terzo posto. Tornò così nel 1980 all’Ascoli per altre cinque stagioni guidando la squadra ad un sesto posto nel campionato 1981-1982 e a quattro salvezze consecutive.
Dopo l’esperienza al Lecce, durata per ben tre anni, nel 1991 si trasferì al Cagliari. In Sardegna conquistò il sesto posto e la qualificazione alla Coppa Uefa dopo ben 21 anni. Questo successo gli valse la chiamata della Roma. La squadra della sua città, del suo cuore.
La storia d’amore con la Roma
Sulla panchina giallorossa Carletto Mazzone è stato in grado di appassionare ancor di più i tifosi alla squadra. I tre anni gli valsero un settimo e due quinti posti. Ma il suo capolavoro sulla panchina capitolina si chiama Francesco Totti. Il pupone, infatti, fece il suo esordio in prima squadra proprio sotto la guida di Carletto Mazzone.
Tra i due il feeling era totale, figlio di stima e rispetto che dura ancora oggi. Carlo Mazzone, recordman degli allenatori italiani con 795 presenze in serie A, è stato il primo maestro di Francesco Totti per tre anni: dai 18 ai 20. Anni fondamentali per la formazione, tecnica e fisica, di un atleta. Con Carletto il futuro capitano della Roma passò in pianta stabile dalla Primavera di Spinosi in prima squadra diventandone ben presto assoluto protagonista.
In quel campionato ’94-95 Totti mise a segno 4 gol. Dopo il primo al Foggia, gli altri 3 gol furono tutti decisivi per le vittorie contro Bari (2-0), Brescia (3-0) e Fiorentina (2-0). La Roma del nuovo presidente Sensi si classificò al quinto posto migliorando la posizione della stagione precedente.
Oggi Carlo Mazzone ha ben 82 anni e si gode la pensione ed i nipoti, come dichiarato più volte in diverse interviste. Per il suo 80esimo compleanno, festeggiato nel 2017, il mondo del calcio ha voluto omaggiare questo grande tecnico al quale sono arrivati gli auguri dai più grandi campioni mai allenati.
Primo su tutti proprio il pupone Francesco Totti, che dopo aver abbandonato il campo è diventato un punto fermo della dirigenza giallorossa della Roma. Club molto caro ovviamente anche a mister Mazzone che in questa annata forse non sta rendendo molto in Serie A ma è tra le protagoniste della Champions League tanto che Betway è fiducioso per il passaggio ai quarti di finale.
Dello stesso tenore gli auguri da parte di un altro grandissimo campione italiano. Stiamo parlando di Roberto Baggio, il Divin Codino. Con Mazzone, a Brescia, Baggio visse una seconda giovinezza che lo ha portato a salvare per ben due volte le rondinelle a suon di gol e giocate d’altissima cifra tecnica.
Le stagioni a Brescia portarono Roberto Baggio a sfiorare la convocazione in Nazionale per i mondiali del 2012. Sogno infranto a causa di un grave infortunio al ginocchio che frenò le speranze del Divin Codino.
In ogni caso Carletto Mazzone è stato in grado di far rendere al meglio calciatori di primissimo livello che devono tutto all’allenatore romano. Il suo carattere, la sua schiettezza, la sua grinta ed il suo modo di rivoluzionare il mondo del calcio è riconosciuto da tutti coloro che hanno amato il calcio negli anni d’oro del campionato italiano. Carlo Mazzone, sor Carletto, resta una delle figure più importante del nostro calcio, e lo sarà ancora per molti e molti anni.
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