GLIEROIDELCALCIO.COM (Federico Baranello) – Pubblichiamo, come preannunciato (vedi video-intervista con l’autore qui), un estratto del libro “Campobasso – Una porta per la Serie A” di Francesco Andrea Brunale, edito da Bertoni. Il testo è tratto dal capitolo dedicato a Carlo Perrone, dove lui stesso racconta della doppia sfida in Coppa Italia con la Juventus del 1985.
Ringraziamo ancora l’autore e la casa editrice per averci dato la possibilità di pubblicare questo estratto in esclusiva per i lettori de Gli Eroi del Calcio.
Buona lettura.
Il Team de Gli Eroi del Calcio.com
Carlo Perrone (da “Campobasso – Una porta per la Serie A)
“Quando arrivò Mazzia, pensai subito a quello che accadde a Vicenza qualche anno prima quando Mazzia sostituì Cadè sulla panchina dei lanieri. Mazzia era un’ottima persona ed un allenatore molto capace, sia da un punto di vista umano che lavorativo. Lo conoscevo bene e lo dissi ai ragazzi preparandoli, in un certo qual modo, al nuovo allenatore. Quell’anno ottenemmo una salvezza travagliata con Tacchi che finalizzava al meglio il volume di gioco della squadra. La mia seconda parte di campionato fu ottima. Giocai in una posizione non proprio congeniale alle mie caratteristiche tecniche, ma mi sacrificai per la squadra. Alla fine fui soddisfatto del mio rendimento”. La stagione 1984-85 sarà ricordata sempre come quella che mise il Campobasso dinanzi alla Juventus in Coppa Italia. Una doppia sfida in cui Perrone si fa notare tantissimo. Le sue prestazioni non passano inosservate neanche al club bianconero con il quale si poteva realizzare un matrimonio che, se solo il Presidente avesse voluto, sarebbe stato quello della vita: “All’andata, su un campo pesantissimo, facemmo un’impresa. Platini fu marcato benissimo da Trevisan ed Ugolotti ci portò alla vittoria con un suo gol. Nella gara di ritorno, dopo il mio gol, forse ci credemmo. Se solo la Juventus non avesse avuto Platini, forse si poteva fare qualcosa di più. Se Tacchi avesse realizzato il calcio di rigore sul 4-1, magari avremmo realizzato il miracolo, l’impresa storica. Alla fine rimane un grandissimo ricordo. Poi, segnare alla Juve sul suo campo per me fu una bellissima soddisfazione”. Quella stagione travagliata si chiude con una vera e propria partita da dentro o fuori. È la Triestina di De Falco la squadra da battere. L’ex squadra di Perrone vuole salire in A, per questo vuole vincere; mentre, al Campobasso servono i due punti per la salvezza. Si tratta di uno spareggio vero e proprio: “La partita giocata con la Triestina era una partita spareggio. Noi non eravamo salvi e loro dovevano salire. Io avevo una grande voglia di riscatto contro la mia ex squadra. Ricordo con molto piacere come la disputammo. Loro fecero i soliti pianti di fine stagione, ma non ci intenerirono. Del resto a me non hanno mai regalato niente. Non mi piaceva questo tipo di atteggiamento di chi veniva in campo e piangeva. Ci tengo a precisare che, se avessi visto qualcosa di strano, non sarei entrato in campo”.