Celestine Babayaro, il nigeriano che riuscirà a mantenere il record, per 25 anni, di più giovane a calcare i campi della Coppa dei Campioni. Goal realizza un articolo che ripercorre la sua carriera. Ecco un estratto.
[…] Probabilmente tutto quello che c’è da sapere di Celestine Babayaro è contenuto nel suo cognome. […] Quando i fratelli di Babayaro, i ragazzi delle generazione d’oro che avevano preso parte ai Mondiali Under 17 del 1993, si qualificano al Mondiale 1994, per un risultato storico della propria nazione, non solo a livello calcistico e sportivo, Celestine ha 15 anni e gioca nel Plateau United, prima di trasferirsi in terra belga, in quell’Anderlecht che non ha mai avuto paura di scrivere la storia dei record giovanili, buttando nella mischia 16enni come Lukaku e sì, come il ragazzo di Kaduna, esterno veloce e tecnico, intelligente tatticamente, pronto a darsi da fare sulla fascia ma anche centralmente. Giovane e duttile, una perla.
[…] Mentre la Nazionale nigeriana stupisce il mondo comandata da Okocha e guidata in battaglia da Oliseh, il ragazzo esordisce in maglia Anderlecht ad appena 16 anni. E’ figlio solamente nell’idea, di quei giocatori leggermente più grandi di lui. Jay Jay è del resto solamente un 21enne al torneo statunitense. Certo, ci sono gli over 30 come Rufai, ma sembrano tutti coetanei. E’ anche un padre Babayaro, perchè da lì in poi, da quel 1994, comincerà ad essere un simbolo per i migliaia di connazionali che vedono nel calcio una vera opportunità per emergere. La storia di Babayaro è tornata di moda nel 2021, ovvero quando lo strappa-record Moukoko è stato buttato nella mischia in Champions League: dopo 25 anni il torneo europeo ha un nuovo giocatore più giovane che può guardare tutti dall’alto in basso o dal basso in alto, a seconda della prospettiva e dell’angolazione del racconto. 16 anni e 18 giorni per l’attaccante del Borussia Dortmund? 16 anni, 2 mesi e 25 giorni per Celestine, che nella Champions League del 1994 gioca in maglia Anderlecht contro lo Steaua Bucarest.
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(GOAL.COM di Francesco Schirru)