CORRIERE DELLA SERA (De Carolis Paola) – Il 30 luglio 1966 […] la nazionale dei Tre Leoni vinse il mondiale di calcio, per la prima e unica volta. Nella psiche del Paese, però, non è più solo sinonimo di successo e celebrazioni, ma anche simbolo di un dubbio […] Qual è il legame tra tiri di testa e demenza? Dei giocatori che assicurarono all’Inghilterra l’anelato e da allora inafferrabile trofeo, cinque sono stati raggiunti dalla diagnosi di una malattia che tuttora è irreversibile e incurabile. «Non può trattarsi di una coincidenza», sottolinea Geoff Hurst, campione oggi 78enne che contro la Germania (occidentale, erano altri tempi) segnò tre gol e che rimane l’unico firmatario di una tripletta nella finale di una Coppa del Mondo. «Il collegamento è chiaro e inconfutabile» […] Per Hurst […] il problema non sono tanto i tiri di testa che si effettuano durante le partite […] «In campo ti capita di colpire la palla di testa due o tre volte, ma prima fai ore e ore di allenamento […]». Ai tempi in cui giocava al West Ham, squadra dove è ancora ricordato come un eroe, in palestra c’era un pallone affisso al soffitto. «Passavamo un sacco di tempo ad esercitarci».
[…] Norbert (Nobby) Stiles è morto a ottobre, Jack Charlton a luglio. Entrambi avevano una forma di demenza. Nel 2018 e 2019 rispettivamente avevano perso la vita Ray Wilson e Martin Peters, malati anche loro. Due settimane fa è arrivata la diagnosi per Sir Bobby Charlton, considerato il miglior giocatore inglese di tutti i tempi […] Per Tommy Charlton, fratello minore di Bob e Jack, il legame è innegabile […] «Quattro zii, oltre ai miei fratelli, tutti calciatori e tutti raggiunti dalla demenza. E molto difficile credere che la malattia non sia causata dai tiri di testa».