La Penna degli Altri

Claudio Daniel Borghi, il preferito di Berlusconi

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(MEDIAPOLITIKA.COM di Marco Milan – Foto MAGLIAROSSONERA.IT)

[…] Claudio Daniel Borghi è un argentino, nato a Castelar il 28 settembre 1964, di professione centrocampista offensivo, di quelli che un tempo andavano schierati col numero 8 o col numero 10. Di Borghi si notano immediatamente due caratteristiche: una è il talento, l’altra l’indolenza.

[…] Quel che conta in questa storia, però, è che Berlusconi non appena si insedia al timone del club milanista si ricorda di quell’argentino che aveva giocato l’Intercontinentale contro la Juventus e un anno dopo decide di acquistarlo. L’Argentinos Juniors sa che non può tarpare le ali al suo gioiello, in più appare a tutti evidente che Berlusconi non abbia problemi di soldi nelle trattative, così nell’estate del 1987 Borghi passa al Milan per 3,5 miliardi di lire.

[…] La serie A è però diversa dal Sud America, è molto più dura e anche i difensori delle squadre più piccole sono mastini allevati a tattica e calcioni, per Borghi giochicchiare col pallone fra i piedi e fare finte di corpo è complicato in Italia, gli avversari non ci cascano quasi mai, lo anticipano o lo spostano agevolmente. Il Como, nella stagione 1987-88, cambia due allenatori, inizia con Agroppi e termina con Burgnich, ma entrambi non vanno a genio a Borghi che li definisce la sintesi dell’anticalcio e gli rimprovera la troppa disciplina: “Ma perché mi dicono sempre cosa non posso fare in campo e mai invece cosa posso fare?”.

[…] Arrigo Sacchi, allenatore milanista, chiede pochi ritocchi alla società per il Milan 1988-89, quello che dovrà dare l’assalto al bis in campionato e a quella Coppa dei Campioni che ai rossoneri manca da vent’anni esatti. Con la possibilità di tesserare un terzo straniero, però, il tecnico avanza una proposta a Berlusconi: “Mi compri Frank Rijkaard, centrocampista olandese del Saragozza, è l’ideale per completare la squadra“. Ma il presidente replica che non si può, i tre posti per gli stranieri sono completi, c’è Gullit, c’è Van Basten e c’è Borghi”. Sacchi ribatte: “Diamo via Borghi, ci è più utile Rijkaard“. Ma Berlusconi non ci sta, è troppo innamorato di quell’argentino tutto genio e sregolatezza, è convinto che il Milan con lui possa essere ancor più spettacolare, mentre Sacchi sostiene che ai rossoneri serva la sostanza, la concretezza e la fisicità di Rijkaard.

[…] Borghi viene ceduto agli svizzeri del Neuchatel Xamax, poi farà ritorno in Sud America dove giocherà in Argentina e in Cile, senza però mai ripetere le prestazioni di inizio carriera e finendo presto nell’anonimato. Alla fine, la storia ha detto che aveva ragione Arrigo Sacchi, perché ci ha consegnato un Milan pressoché perfetto, vincitore della Coppa dei Campioni sia in quel 1988-89 e sia l’anno dopo quando proprio un gol di Rijkaard deciderà la finale di Vienna contro il Benfica.

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