Gli Eroi del Collezionismo

Emanuele Bellingeri … l’Orso nel cuore

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GLIEROIDELCALCIO.COM (Federico Baranello) – Alessandria, città al centro del triangolo industriale Torino-Milano-Genova, costituisce un importante punto di interscambio nell’economia dell’Italia settentrionale; c’è stato un tempo, all’inizio del secolo scorso, in cui insieme ai bianchi della Pro Vercelli, i nerostellati del Casale e gli azzurri del Novara erano ai vertici del calcio, vincendo scudetti e dettando la supremazia del cosiddetto “Quadrilatero”.

“Dopo alcuni mesi di onorata attività iniziata nel 1911, l’Alessandria F.B.C., nome che da ottobre del 1912 la sez. Calcio della Forza e Coraggio aveva dato alla squadra di football, si accinge ad affrontare il primo campionato della sua gloriosa storia. La casacca ufficiale è grigia dopo aver indossato in alcune delle precedenti partite amichevoli la maglia celeste con banda bianca verticale donata dalla Vigor Torino…” (Museogrigio.it).

C’è chi ne ha fatto una passione, una missione, forse una ragione di vita, il preservare, studiare questa storia, la storia dei Grigi: Emanuele Bellingeri.

Emanuele, nostra vecchia conoscenza, è un quarantottenne che abita a Milano con l’Orso nel cuore, il simbolo dell’Alessandria Calcio. Chi ha seguito le nostre dirette con i collezionisti, durante il periodo di LockDown, avrà avuto modo di conoscerlo e di ammirare i suoi “pezzi” (qui la puntata di riferimento). Noi lo abbiamo raggiunto (di nuovo) per farci raccontare qualcosa di più.

“Ho iniziato a collezionare memorabilia dell’Alessandria all’età di trent’anni quindi circa 18 anni fa”, esordisce il nostro amico, “Avevo cominciato a seguire la squadra sin da bambino, dapprima con mio padre e poi in curva da ragazzo. Con il tempo, in modo spontaneo, è sorta una specie di vocazione, un’esigenza di preservare la storia di questa gloriosa società” … voce e tono sono emozionati ed emozionanti… lo guida la passione. “Per me il collezionismo, fin da subito, ha coinciso con la ricerca storica, la statistica e lo studio. Per questo pensando al mio hobby non mi definirei solo un collezionista ma anche uno storico, definizione che, credetemi, utilizzo con tutta la cautela e l’umiltà possibile perché ci sono tantissimi professionisti che svolgono questa attività e da cui c’è moltissimo da imparare”.

“Dopo circa un decennio dall’inizio”, prosegue Emanuele, “con alcuni amici, abbiamo pensato di creare il Museo Grigio con l’obiettivo non solo di realizzare un giorno un museo fisico con i cimeli dell’Alessandria, ma anche e soprattutto studiarne la storia. Dall’incontro con Sergio Giovanelli, già autore di alcuni libri di statistica sul Calcio, e Mario Bocchio, eclettica figura del multimediale giornalismo sportivo, abbiamo deciso di fare questo passaggio. Nel tempo Mauro Bavastri, storico giornalista e speaker dell’Alessandria, e Ciro Cassaneti, tra i principali collezionisti italiani di maglie, abbiamo completato la squadra che si arricchisce ogni giorno di collaboratori ed esperti nei singoli temi. Per utilizzare solo un esempio Fabrizio Schmid, che non ha bisogno di presentazioni, è stato cruciale per redigere tutte le schede dei giocatori che hanno avuto almeno una presenza in panchina in una gara ufficiale giocata dall’Alessandria”.

Ogni collezionista ha i propri “pezzi” pregiati o quelli a cui tiene di più… “I pezzi di qui vado più fiero sono la maglia di Milano II del 1914-15, credo essere tra le maglie di calcio più datate presenti in Italia, un gagliardetto ricamato della stagione 1929-’30 ma anche e soprattutto le foto e le figurine, forse meno interessanti all’impatto visivo per qualcuno, ma non per questo meno affascinanti soprattutto se all’interno di una collezione strutturata. È sempre difficile fare una selezione, ma ci tengo a sottolineare altri cimeli quali ad esempio la medaglia di partecipazione di Giovanni Ferrari al Mondiale 1934 oppure la maglia dei Grigi indossata da Gianni Rivera e il contratto ufficiale che lo ha legato ai rossoneri del Milan…. Così come anche un grande manifesto, la classica “locandina”, di una partita giocata a Firenze negli anni ’30”.

“Con il passare del tempo”, aggiunge Emanuele, “così come molti collezionisti mi sono un po’ “allargato” e oltre al materiale dell’Alessandria colleziono le riviste sportive, i libri anteguerra, i calendarietti e i libri sulle singole squadre. Il problema più grande ormai è dove mettere tutta questa roba prima di essere cacciato di casa… ?

Sul finire parole dolci anche per noi… “Ritengo che questi favolosi pezzi di storia vadano condivisi con tutti ed è proprio per questo che iniziative come questa de Gli Eroi del Calcio vadano supportate e promosse”.

Grazie Emanuele

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