Prima un disegno, poi un modello in gesso e dopo la fusione in bronzo. A questo punto si ottiene il “punzone”, attraverso un pantografo, che viene temperato a circa 850°. Comprimendo il punzone su un cilindro d’acciaio otteniamo il conio, ossia lo stampo per produrre i distintivi o le spille. Ora è possibile “stamparli”, saldarli ai distintivi o alle spille e smaltarli
Questo processo è stato da noi ricavato dal sito Picchiani & Barlacchi, un processo nobile, artigiano che solo chi ha grande esperienza può creare.
Poi abbiamo raggiunto chi li colleziona, un amico de GliEroidelCalcio, Cosimo Costa.
Cosimo, sessantenne, è nato in provincia di Arezzo e trasferitosi in tenerissima età con la famiglia a Torino. All’età di 20 anni, per ragioni di lavoro, si trasferisce a Vercelli dove si sposa con Antonella. Ha un figlio ed attualmente è in pensione.
Noi lo incalziamo subito con le domande, e lui allora si racconta…
“Sono cresciuto nel quartiere periferico di Mirafiori Nord a Torino e come quasi tutti i giovani della mia generazione, cresciuti con pochi vizi, dare un calcio ad un pallone con gli amici era il massimo del divertimento. Penso che il calcetto lo abbiamo inventato noi allora giocando per strada… Da bambino, a parte una timida simpatia per la Viola, non mi sentivo fortemente attratto da una squadra in particolare e i miei genitori, entrambi interisti, non hanno mai forzato scelte in tal senso. Un mio lungo ricovero in ospedale ha fatto sì che mi legassi indissolubilmente alla sponda granata di Torino, infatti l’allora difensore granata Fabrizio Poletti una volta a settimana ci veniva a trovare in ospedale accompagnato da un compagno di squadra sempre diverso. Ricordo che gli atleti del Toro si intrattenevano con i piccoli ricoverati per un’oretta, giocavano con noi e ci portavano sempre in dono dei dolciumi graditissimi. Penso, comunque, che anche senza il ricovero sarei diventato ugualmente un fan granata: più che dalla squadra ero attratto da quella tifoseria fanaticamente attaccata al club a prescindere dai risultati sportivi ottenuti, e poi come diciamo noi “non sei tu a scegliere il Toro, ma è il Toro a scegliere te…”, ed io sono onorato di essere uno dei prescelti.
In età adolescenziale, come tanti amici, anche io avevo un debole per il calcio britannico; il mio idolo di allora era Trevor Brooking e poi avevo grande ammirazione per il grande Bobby Moore … mi hanno fatto diventare un grande fan del West Ham United, gli hammers di Londra. Pochi anni dopo ho iniziato a seguire anche le vicende dell’Atletico di Madrid. Per ultimo, dal 1980, nasce la simpatia per la mitica Pro Vercelli… come si fa ad abitare a Vercelli, avere tanti amici innamorati della Pro e non seguire le bianche casacche? Un sodalizio ricco di storia e di fascino”.
Entriamo ora più nel vivo della collezione…
“All’età di 16 anni, agevolato dal loro costo modesto, ho iniziato a raccogliere distintivi metallici di squadre di calcio italiane ed estere; oggettini dei quali mi sono innamorato sin da subito. In principio mi ha agevolato la presenza a Torino della ditta A.I.M.A. che produceva appunto questo genere di oggettistica. Nel frattempo riuscivo anche a reperire qualche pezzo mancante nelle bancarelle fuori gli stadi seguendo il Toro in trasferta… si trattava sempre di poche unità e la collezione stentava a decollare.
La svolta arrivò rispondendo ad alcuni annunci postati da altri collezionisti nel settimanale Guerin Sportivo che proponevano di scambiare distintivi. Di colpo avevo scoperto di non essere solo ed in breve tempo legai solidi rapporti con altri collezionisti, alcuni dei quali durano ancora oggi. L’unione fa la forza e nel 1979 sono stato tra i soci fondatori della Federazione Italiana Collezionisti Materiale Calcio, club che ha associato tutti i collezionisti di materiale calcistico, dai distintivi ai gagliardetti, ma anche maglie, cartoline di stadi ed ogni sorta di gadget calcistico. Oggi il club, dopo alterne vicende sfociate da una scissione avvenuta nel 1990 che ha generato il Club Collezionisti Calcio 90 ed un successivo riavvicinamento, si è compattato in un’unica realtà che ha preso il nome di Unioncollezionisti Calcio, tutt’ora attivo e con centinaia di soci sparsi in tutta Italia e nel mondo. Pur conservando ancora una bella collezione di cartoline di stadi di tutto il mondo, numerose maglie indossate e gadget vari, da molti anni la mia attenzione si è rivolta quasi esclusivamente ai distintivi di squadre italiane: ho una vasta raccolta che comprende oltre 11.200 pezzi italiani ed una discreta collezione di distintivi britannici ed argentini”. Numeri da capogiro…
Distintivi AIMA
Cosimo prosegue il suo racconto … “In 44 anni il collezionismo ha molto inciso sulla mia quotidianità. Con il trascorrere del tempo i pochi contatti epistolari si sono moltiplicati a dismisura ed anche se oggi la tecnologia aiuta molto, se si intende incrementare ulteriormente la propria raccolta fatalmente occorre dedicargli del tempo, in quanto solo la continua ricerca, la pazienza e la dedizione alla lunga regalano dei frutti. Da esperto del settore vengo anche frequentemente contattato da altri collezionisti per pareri o quesiti, io stesso quando ho un dubbio mi avvalgo dell’esperienza di altri esperti del settore di mia conoscenza. Tra collezionisti c’è sempre un continuo scambio di informazioni”.
Quali saranno i pezzi migliori? Il nostro amico risponde alla nostra curiosità… “Senza dubbio reputo tra i migliori i pezzi risalenti ai primi del ‘900 in lamierino o con la così detta smaltatura a fuoco. Hanno un fascino particolare tutto loro, sia nella foggia che nella lavorazione. Profumano di storia e sembrano quasi avere un’anima… Comunque, in linea di massima, e questo vale per tutti i collezionisti, il distintivo più bello e sempre sistematicamente quello che ancora ti manca…”
Quale il pezzo a cui sei più legato?
“Sono moltissimi i pezzi a cui mi sento legato. A livello collezionistico nutro passione un po’ per tutte le squadre, ma in particolare prediligo i distintivi delle società definite spesso, a torto, “minori” … o meglio ancora di quei sodalizi calcistici che si sono estinti o sono stati assorbiti da altre società. Tra questi club, per citarne qualcuno, fanno bella mostra nella mia collezione il distintivo del Direttivo della Ginnastica Torino, la Fortitudo Roma, ma ancora di più quello dell’A.S. Vercellesi Erranti, club fondato nel 1920 e scomparso solo 6 anni dopo, anche perché a quanto pare l’unico pezzo censito è nella mia raccolta”.
Quale il pezzo più prezioso?
“Nell’ambiente collezionistico sono molti i distintivi apprezzati della mia raccolta, in particolare sono due i più gettonati: il primo è un Associazione del Calcio Vicenza in lamierino, il primo del sodalizio veneto; l’altro è senza dubbio un distintivo primi ‘900 – Direttivo F.C. Internazionale smaltato di forma romboidale”.
Qualche aneddoto particolare … ne abbiamo?
“In 44 anni di collezionismo, sono diversi gli episodi che potrei raccontare, tra tutti ne voglio ricordare due. Circa 25 anni fa, durante una seduta di allenamento della Pro Vercelli, stavo mostrando un album della mia raccolta al magazziniere della squadra, il compianto Piero Da Re. Mentre descrivevo i pezzi un anziano dietro di noi mostratosi molto affascinato ed interessato mi chiese se sarei rimasto fino alla fine dell’allenamento… avuta risposta affermativa si allontanò. Il magazziniere mi disse che si trattava di una vecchia gloria della Pro Vercelli. Questa persona, ritornata dopo mezz’ora mi consegnò una scatoletta di legno dicendomi: “sono sicuro che li conserverà bene come i suoi, magari a casa mia un giorno andranno buttati, le regalo i distintivi delle squadre dove ho giocato prima e dopo la militanza alla Pro Vercelli”. Aperta la scatoletta trovai al suo interno tre pezzi meravigliosi: il Pray, la Cossatese e soprattutto la Fortitudo Roma… incredibile se penso che solo a stento sono riuscito ad offrire almeno da bere a quella persona”.
“L’altro episodio che vorrei citare accadde intorno la metà degli anni ‘80. Mi stavo recando a Roma in treno per sostenere un esame. A Milano salgo in treno e mi affanno a cercare un posto a sedere, lo trovo, mi siedo ed immediatamente la mia attenzione è calamitata da un bellissimo distintivo del Venezia che la persona seduta davanti a me portava all’occhiello della sua giacca. Durante il viaggio entro un po’ in confidenza, gli dico di essere un collezionista e gli chiedo cortesemente di poter vedere meglio il suo distintivo, lui acconsente e mi ci vuole davvero poco a realizzare che avevo tra le mani un fantastico pezzo anteguerra… lo restituisco, mi complimento e naturalmente chiedo se fosse stato disposto a venderlo, avendo però risposta negativa. Il giorno dopo vado all’Hotel Ergife di Roma a sostenere l’esame e chi ti trovo in mezzo a migliaia di esaminandi nella mia aula? Proprio quello del distintivo veneto. Gli dico “caspita sei pure un collega, e vendimelo questo distintivo…”, lui si mette a ridere, si alza, si toglie il distintivo dal bavero e me lo regala”.
Cosa cerchi ancora, cosa vorresti assolutamente avere?
“In tanti anni di collezionismo ho allestito un corposo archivio con le fotografie di distintivi ancora mancanti. Raccogliere distintivi non è come collezionare figurine, non esiste un album da completare e se anche mettessimo insieme tutte le collezioni del settore non si riuscirebbe ad ottenere una raccolta che possa definirsi completa. Di tanto in tanto salta fuori un pezzo mai visto da nessuno, e questo ha un sapore assolutamente magico. Altresì esistono parecchi distintivi ancora in fase di identificazione, altri ancora certamente calcistici ma però non ancora attribuiti ad un sodalizio calcistico certo. Personalmente mi piacerebbe incrementare la raccolta con vecchi pezzi mancanti del centro e sud Italia, in quanto abitando da sempre al nord fatalmente nei distintivi d’epoca la collezione è più ricca di distintivi riconducibili a club del settentrione”.
“La mia particolare passione ha sempre destato interesse tra i miei amici”, continua Cosimo, “in particolare di coloro appassionati di calcio, infatti tra essi in due hanno deciso di seguire le mie orme. La mia pazientissima moglie, pur non essendo una grande appassionata di calcio, in alcune occasioni mi ha accompagnato alle riunioni collezionistiche nazionali. Come club ne allestiamo due all’anno in località differenti. I meeting collezionistici sono l’occasione per incontrare e riabbracciare non solo gli amici collezionisti di una vita, ma anche di fare la conoscenza di persone che si sono da poco avvicinate a questo avvincente passatempo. Oltre al collezionismo, sin da tenera età pratico pesca sportiva agonistica e più di recente, spinto da mia moglie, la danza agonistica sportiva nelle discipline liscio tradizionale e danze standard. Insieme ci stiamo togliendo delle belle soddisfazioni, l’ebbrezza che ti regala la pista ha veramente un gran sapore”
Collezionare cosa ti trasmette?
“Il collezionismo mi ha permesso di allacciare conoscenze in tutto il mondo, alcune di queste si sono tramutate anche in solidissime amicizie che durano da oltre 40 anni. Cercando distintivi nel frattempo gli anni sono volati: ho visto i miei amici collezionisti sposarsi, avere dei figli … collezionando e scambiando pezzi li ho visti ingrigire con me e purtroppo qualcuno ci ha anche prematuramente lasciato. L’esperienza maturata in tanti anni di attività collezionistica ti rende un esperto del settore, si imparano a conoscere tutte le aziende che hanno prodotto distintivi, sia quelle tutt’ora in attività che quelle che hanno chiuso i battenti. Si ha la possibilità di costruirsi una cultura sulla storia e l’araldica dei diversi sodalizi sportivi, fusioni, divisioni, i cambi di denominazione o addirittura dei colori sociali. Si impara a datare un distintivo dalla semplice lettura del suo piedino. Si arriva al punto di vedere un vecchio distintivo ed intuire dal tipo di lavorazione e smaltatura chi ne è stato il produttore, per poi guardarlo dietro e pensare “indovinato!”.
“Bisogna essere animati da grande passione ed armarsi di sana pazienza per creare una collezione di livello” conclude Cosimo, “… si forma negli anni, quindi consiglio assolutamente di non avere fretta e non farsi prendere da inutili ansie. Iscriversi ad Unioncollezionisti Calcio fornisce una grossa mano ai principianti in quanto consente di acquistare i distintivi fatti coniare dallo stesso club, materiale rigorosamente ufficiale in quanto preventivamente autorizzato dalle società calcistiche di riferimento. Partecipare alle riunioni collezionistiche promosse dallo stesso club fornisce l’opportunità di allargare la propria sfera di conoscenze, come pure frequentare i mercatini a volte può riservare qualche bella sorpresa. Grazie al web è possibile seguire anche le aste on-line dove può capitare di fare qualche buon affare, facendo sempre attenzione a non svenarsi inutilmente e magari prima di fare acquisti di una certa importanza è meglio valutare la possibilità di farsi consigliare da un collezionista più esperto. Mai scoraggiarsi, essere attivi, positivi e cercare sempre, in quanto il distintivo della vita potrebbe essere più vicino di quanto si possa pensare. Aiuta molto raccogliere i distintivi anche se doppi in quanto i doppioni possono essere prezioso materiale di scambio, personalmente ho un migliaio di doppi e spesso mi tornano utili”.