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“Coverciano, una leggenda che continua” – Presentato il libro sul Centro Tecnico Federale

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‘Coverciano, una leggenda che continua’, presentato il libro sul CTF. Mancini: “Sempre emozionante tornare qui”

Anche il team manager degli Azzurri, Gabriele Oriali, ha sottolineato l’importanza di questo luogo: “Sono arrivato al Centro Tecnico Federale per la prima volta nel 1967. Qui sono cresciuto come calciatore e come uomo”

foto di copertina Cartolina primi anni ’80

Un’opera che racconta sotto forma di dialogo Coverciano, il luogo che da oltre sessant’anni, dal 1958, rappresenta il cuore del calcio italiano: è stato presentato questa mattina, nella sala conferenze del Museo del Calcio, il libro – a firma Maurizio Francini e Massimo Generoso – ‘Coverciano, una leggenda che continua’ (Eclettica Edizioni).

Casa delle Nazionali italiane e Università del calcio, perché in questo luogo vengono formate tutte le figure professionali in ambito calcistico, il Centro Tecnico Federale ha visto negli anni passare tutti nomi noti del calcio azzurro. Tra loro anche l’attuale Ct Roberto Mancini e il team manager degli Azzurri, Gabriele Oriali, presenti alla presentazione del libro.

“Sono entrato per la prima volta a Coverciano – ha sottolineato Mancini – nel 1978, quando ero nell’Under 14. È sempre un’emozione tornare qui, anche dopo tanti anni. Coverciano è un esempio di centro sportivo copiato in tutto il mondo”.

“Il Centro Tecnico Federale – gli ha fatto eco Gabriele Oriali – è come se fosse la mia prima casa. Ho varcato quel cancello per la prima volta nel 1967 e qui sono cresciuto come giocatore e come uomo”.

Tra gli interventi anche quello di un altro campione del mondo del 1982 come Giancarlo Antognoni (“Per chi inizia a giocare, questo posto è un sogno”) e del responsabile della CAN di Serie A e B, Gianluca Rocchi (Qui si lavora al meglio”).

La presentazione è stata moderata dal presidente della Fondazione Museo del Calcio, Matteo Marani, che ha evidenziato come Coverciano sia “un gioiello del nostro mondo calcistico. Maurizio Francini, direttore del CTF e coautore del libro, ha quindi rimarcato come il Centro Tecnico sia “un’espressione corale, perché dietro c’è un insieme di persone che lavorano con un unico fine, ovvero il bene del calcio italiano”.

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