(LA REPUBBLICA di Gabriele Romagnoli)
[…] Alla fine del viaggio l’uomo solo con il transistor all’orecchio siederà sul muretto accanto al ragazzo solo con gli occhi al cellulare. Staranno entrambi seguendo, a modo loro, una partita di calcio, ma non si riconosceranno. Li dividerà una barriera temporale di sessant’anni: da Tutto il calcio minuto per minuto a quella che sarà la prima trasmissione in streaming della futura stagione su Dazn. In mezzo: un’evoluzione non solo tecnologica, ma anche sociale. Costume e linguaggio. […]
[…] C’era una volta l’uomo con il transistor, fantozziano, quello che portava la radiolina alla gita familiare o alla convention aziendale, cercando di ascoltare figli e colleghi con un orecchio, Ameri e Ciotti con l’altro. La sua epoca aveva un solo tempo: il secondo. Da lì cominciavano le radiocronache. […]
[…] Accadde anche molto di più: una piccola rivoluzione culturale. Immagini e parole furono improvvisamente sorvegliate. Dal popolare si passò all’aspirazionale. Il narratore si spostò: se prima era vicino al pubblico (uno di noi), divenne prossimo ai personaggi sportivi (uno di loro). Il sogno della visione simultanea che produceva picchi di attenzione pressoché continui venne frantumato dalla spalmatura degli eventi: invece di un mezzo pomeriggio di adrenalina un tranquillo weekend lungo e talora noioso. Probabilmente lì è cominciato lo stallo del fenomeno, lì si sono fermati gli abbonamenti e chi era nato con le nuove tecnologie ha imboccato altre strade. Ora siamo alla vigilia della fase 4. Dopo radio, tv generalista e tv satellitare è lo streaming a prendersi il racconto della Serie A. Lo cambierà? Ogni fase lo ha fatto, più ancora che per scelta, per necessità. […]