L’Equipe ha intervistato Daniel Pennac … oggetto dell’intervista il documentario “Ho Visto Maradona!” presentato lo scorso anno in Italia ma non ancora visibile in Francia.
Ricorda come gli è nata l’idea di Maradona, un sogno in cui suo fratello Bernard (morto nel 2007) gli rivela che sta operando Diego Armando Maradona.
«Non sapevo niente di lui. Ero un vecchio che non sapeva nulla di calcio ma che all’improvviso sogna Maradona. Ho visto il film di Kusturica su di lui, quello di Kapadia. Ho scoperto un ragazzo tanto largo quanto alto. Un cubo che parlava. E parlava benissimo, Maradona. Un giorno giocò molto male. Un giornalista napoletano gli chiese: “Ehi, Diego, perché hai giocato di merda ieri?” Lui risponde:” Cosa vuoi? Ieri, non avevo più gambe di una foto per la carta d’identità». Pensai: questo è genio poetico.
«Questo cubo di muscoli con una palla al piede diventa Pina Bausch. È una danza, grazia assoluta. Non ho provato spesso questo con lo sport. Solo una volta, nella mia giovinezza, con Cassius Clay-Muhammad Ali. Questi due, a distanza di tanti anni, si somigliano».
Di Zidane ricorda
l’incredibile bellezza fisica. Questo tizio era un’apparizione. Poi il suo lato coccodrillo, immobile. E all’improvviso, comincia a muoversi. Pensi a te stesso: non è possibile, sta andando ad una velocità… Aveva anche una sorta di dignità. Da qui la grande distrazione del colpo a Materazzi. Sì, mi è piaciuto.
Perché?
Perché è Dio che si arrabbia. Il Materazzi, era un bastardo (il termine usato è salopard, ndr) dell’altro mondo, che sistematicamente faceva questo a tutti. Zidane, Maradona, sono persone di una dimensione diversa…
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