Il Fatto Quotidiano ripercorre la poco conosciuta storia di Danny Tiatto, italo australiano che giocò nel Manchester City. Ecco un estratto.
[…] È il paese che sceglie la famiglia Tiatto dal Veneto: Werribee, paese a pochi chilometri da Melbourne. Qui cresce Daniele Amadeo: da buon italiano sceglie di giocare a calcio e siccome è bravo emerge coi Bulleen Lions, la squadra della comunità italiana dello stato di Victoria. […] E anche per Danny arriva la chiamata giusta: c’è la Salernitana di Aliberti che da qualche anno punta la Serie A, nel 1996 vuol provarci con mister Franco Colomba e coi primi stranieri nella storia dei granata, il sudafricano Phil Masinga, gli olandesi Maickel Ferrier e Stefan Jansen e appunto Danny Tiatto.
[…] Un prestito allo Stoke e poi la chiamata da Manchester, sponda City. […] L’allenatore Royle ne fa un suo pupillo, mettendolo in qualsiasi ruolo tranne in porta, venendo premiato con prestazioni tutto cuore…e mazzate per gli avversari. […] Il punto è che a volte è troppo: il City retrocede subito e sulla panchina arriva Kevin Keegan, che non ha la pazienza di Royle. Non ce l’ha quando Tiatto si fa espellere contro il Norwich e passando davanti alla loro panchina calcia tutte le borracce per aria: ne vien fuori, ovviamente, una rissa e Keegan porta via Tiatto stringendolo per il collo. Quando Danny se ne accorge gli assicura che l’avrebbe ucciso e poi invece di restare a guardare la partita va al pub con gli amici a bere. Un’immagine che ancora oggi fa il giro del web, quella di Keegan che tiene Tiatto per il collo.
(ILFATTOQUOTIDIANO.IT di Cristiano Vella)