Le parole di David Platt, ex centrocampista della Sampdoria, sul suo rapporto con il club blucerchiato
David Platt ha parlato della
Sampdoria ai canali ufficiali del club.
«Ho giocato per tante squadre nella mia carriera, buone squadre e belli ambienti. Ho bei ricordi di tutte, ma qui è stato qualcosa in più. Ho fatto i migliori anni della mia vita. Quando sono andato via non volevo, ma la Sampdoria ha ricevuto un’offerta molto buona. A 29 anni però avevo pensato che avrei voluto ritornare a giocare in Inghilterra e vincere quanto più possibile, ho parlato con il presidente e per la Sampdoria è stata una cosa giusta, guadagnare i soldi della mia cessione e iniziare un altro ciclo. Sono arrivato in un momento giusto e sono partito nel momento giusto, ma con rammarico».
Platt non ha mai nascosto che la Sampdoria sia la squadra dove ha vissuto gli anni migliori della sua carriera da grande campione. E la passeggiata di qualche giorno fa sotto la Gradinata Sud gli ha ricordato di quanto sia in grado di amare la gente blucerchiata. «Ho fatto vedere a mio figlio Charlie cos’è una vera atmosfera da stadio e cosa sono dei veri tifosi – racconta l’ex centrocampista inglese, 72 presenze e 21 gol con la maglia più del mondo -. A distanza di quasi trent’anni ho capito quanto mi manchi tutto questo: è stata un’emozione incredibile».
Una storia, quella tra Platt e il Doria, cominciata almeno un triennio prima del suo effettivo approdo a Genova. «Mancini mi voleva qui già in passato – rivela -, quando ero all’Aston Villa e quando andai dal Bari alla Juventus. Poi finalmente la cosa si concretizzò nel 1993. Una volta arrivato, capii subito di essere nel posto giusto: non mi sono mai divertito così tanto e la Coppa Italia fu una soddisfazione indelebile. Il ritorno nel ’98 come allenatore? Non avevo ancora il patentino, mi sentivo più forte di tutto e fu un errore, dettato da quanto fossi rimasto legato a questo ambiente».