(STORIEDICALCIO.ALTERVISTA.ORG – Foto GOAL.COM)
Il sito Storie di Calcio ripercorre la carriera di David Trezeguet, dai primi passi fino alle vittorie con la Francia e con la Juventus.
[…] Il suo appuntamento con il mondo è fatto soprattutto di scampoli i partita (succederà anche a Euro 2000, a proposito di ricorsi storici): contro l’Arabia Saudita, nella seconda partita del torneo per la Francia, entra dopo mezz’ora al posto dell’infortunato Dugarry e contribuisce con un gol al bilancio (4-0) della squadra. Ha l’occasione di partire dall’inizio contro la Danimarca, ma non fa grandi cose. E non incanta (tutt’altro) neppure negli ottavi contro il Paraguay. Nei quarti, contro l’Italia, parte di nuovo dalla panchina, entra in campo nella ripresa e non si fa vedere più di tanto ma nell’epilogo ai rigori butta dentro un pallone decisivo per il passaggio del turno. Venti minuti di semifinale contro la Croazia e la finale contro il Brasile vista da bordo campo. Alla fine, torna in Francia da campione del mondo.
[…] Assomiglia a una favola, la rinascita dell’argentino di Francia. Non lo è, perché lui si è guadagnato nuova gloria a testa bassa, col sacrificio e senza favoritismi. Anzi. Alla guida del Monaco campione c’è Claude Puel, specie di sergente di ferro che non guarda in faccia a nessuno, nemmeno a Barthez e Trezeguet quando rientrano in colpevole ritardo da un impegno con la Nazionale e finiscono fuori rosa per un turno.
Non va diversamente coi Bleus di Lemerre. Diventato una specie di eroe nazionale il 9 ottobre del 1999, con un gol decisivo contro l’Islanda, quello del 3-2 che assicurava la qualificazione a Euro 2000, David è in ballottaggio per una maglia da titolare alla vigilia della fase finale. Paga l’esplosione della coppia Henry–Anelka, sulla quale punta decisamente il Ct Lemerre. Il suo Europeo, Trezeguetse lo gioca in 135’, una partita e mezzo effettiva su tre gettoni di presenza. Pochi davvero, ma a lui bastano per lasciare il segno.
Va in rete nella partita delle cosiddette seconde linee, quella del turno eliminatorio contro l’Olandache non conta più di tanto per la classifica, in cui Lemerre fa tirare il fiato al “duo meraviglia”. Gli bastano dodici minuti, nella semifinale contro il Portogallo, per combinare qualcosa di importante: parte da lui l’azione da cui scaturirà il fallo di mano da rigore di Abel Xavier, quello che permetterà a Zidane di chiudere la sfida al golden gol.
Ma il capolavoro, è la finale con l’Italia. Trezeguet, entrato al minuto 76, nell’ultimo disperato attacco alla corazzata azzurra fa la torre sul calcio di punizione di Barthez, offrendo a Wiltord il pallone del pareggio. E dopo tredici minuti di supplementare raccoglie il passaggio di Pires e inventa un sinistro al volo secco e preciso sotto la traversa di Toldo. Tutti a casa, Francia campione e Italia a pezzi. Colpisce, del nuovo Didì, la pazienza con cui ha saputo attendere il suo turno, certamente soffrendo ma riuscendo a trasformare la frustrazione in energia positiva da scaricare sul campo. E colpisce la sua incredibile facilità a entrare in partita, ogni volta determinante.
[…] Poi entra in scena la Juventus. Luciano Moggicontatta direttamente il padre del giocatore, attraverso il quale la società bianconera raggiunge in fretta l’accordo economico con l’eroe silenzioso di Euro 2000, Cinque anni di contratto e quattro miliardi e mezzo di vecchie lire, netti, a stagione per Didì. […] Trezegol, lo dice il nome stesso, scandisce un intero decennio di Juventus al ritmo costante delle sue marcature, perciò non stupisce che guadagni il primo sudatissimo scudetto in bianconero vincendo il titolo di capocannoniere del campionato italiano: un traguardo che nessuno juventino era più riuscito a raggiungere dai tempi di Platini.
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