(MEDIAPOLITIKA.COM di Marco Milan – Foto WIKIPEDIA)
Mediapolitika, nella consueta rubrica del Lunedì dedicata al calcio amarcord, dedica un articolo a Dener, l’asso brasiliano prematuramente scomparso alla vigilia del Mondiale del 1994. Ecco un estratto.
[…] Dopo Pelè, il più grande talento brasiliano è stato Augusto Dener. Augusto Dener de Souza nasce a San Paolo il 2 aprile 1971 in un quartiere povero e in una famiglia modesta che perde troppo presto il capostipite. […] Dener appare immediatamente un predestinato: baricentro basso, agilità, furbizia ed una tecnica di base purissima.
[…] Nel 1988, quando Dener non ha neppure diciotto anni, nei sobborghi di San Paolo le voci sulla sua bravura le conoscono in molti, così viene precettato per un provino con un paio di società locali che tuttavia il talento emergente non passa a causa di qualche problema alla caviglia, determinato dalle partitelle giocate su campi improbabili e dalle entrate assassine di qualche difensore. […] A notarlo è il Portuguesa che intuisce di essere di fronte ad un talento eccezionale e lo mette subito sotto contratto. […] Grazie ai suoi gol e ai suoi assist, la squadra giovanile del Portuguesa vince la Copa Sao Paulo, la più importante manifestazione giovanile del Brasile e della quale Dener viene eletto miglior giocatore. E’ il 1991 e già da un anno Dener partecipa assiduamente anche agli allenamenti della prima squadra, guidata da Josè Macia, per tutti Pepe, campione del mondo da giocatore con la nazionale brasiliana nel 1958 e nel 1962. Pepe, all’epoca compagno di squadra di Pelè, non riesce a trattenere l’entusiasmo quando parla di Dener, così come oggi non riesce a trattenere l’emozione nel suo ricordo: “Vi assicuro – afferma Macia – che dopo Pelè il Brasile ha celebrato fuoriclasse come Ronaldo, Ronaldinho, poi Neymar, ma nessuno ha mai posseduto il talento che aveva Dener. Era triste e malinconico, ma con la palla al piede si ribellava alla tristezza, aveva un tocco divino, un’eleganza che nella mia vita ho visto solo a Pelè“. Il 27 marzo 1991 Dener viene convocato da Paulo Roberto Falcao (all’epoca commissario tecnico della Selecao) per Brasile-Argentina. […] In patria ne sono certi: se la nazionale carioca vorrà avere qualche possibilità di vincere ad Usa ’94 dovrà affidarsi al talento di Dener, il più fulgido del calcio brasiliano almeno in quel frangente. Nel 1993 Dener lascia il Portuguesa e si trasferisce al Gremio dove vince subito il Campionato Gaùcho. E’ una sorta di misto fra ala e centrocampista d’attacco, sforna assist a ripetizione, dribbla in continuazione creando quasi sempre superiorità numerica per la sua squadra, a conti fatti forse poco importa che non sia un bomber infallibile. A fine ’93 passa in prestito al Vasco da Gama, pronto a prendersi la ribalta in quel 1994 che sta per iniziare. […] Ma il destino decide che quel talento non lo dovrà ammirare nessuno. E’ sera quando Augusto Dener ed un suo amico, Oto Gomes de Miranda, si mettono in viaggio a bordo della sportiva Mitsubishi Eclipse di proprietà del calciatore. […] Al volante c’è de Miranda quando poco prima dell’alba l’autovettura sbanda, scivola, rotola e conclude la sua corsa impazzita contro un albero sul ciglio della strada che costeggia la laguna Rodrigo de Freitas, una delle riviere più belle del Brasile. Dener è sul sedile del passeggero, forse dorme, forse ha soltanto gli occhi chiusi e sta sognando l’inizio dei mondiali negli Stati Uniti, la Torcida brasiliana che urla il suo nome. Non vedrà nulla di tutto questo, invece, perché lo schianto è violentissimo e la cintura di sicurezza, che serve a salvare la vita, null’altro può fare che operare da resistenza sulla gola di Dener, morto nell’impatto, strangolato proprio dalla cintura.
[…] “Voi non vi rendete neanche conto di quanto fosse forte Dener“.
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