Waldir Pereira, Edvaldo Izidio Neto, Edson Arantes do Nascimiento …
In arte … Didì, Vavà, Pelè …
What else? Diremmo oggi …
Stiamo parlando dell’attacco del Brasile Campeon du Mundo 1958 e 1962 … la storia del calcio, l’alba del calcio in tv.
Un trio fenomenale, il trio delle meraviglie.
Un motivetto, “Didì, Vavà, Pelè” tramandato di padre in figlio, generazione dopo generazione, è arrivato sino ai nostri giorni, e seguirà ancora ne siamo certi.
In primis perché erano davvero forti, capaci di sovvertire l’esito di qualsiasi partita. Come in occasione di quella finale Brasile-Svezia del mondiale del 1958, aperta da uno straordinario gol di Liedholm dal limite dell’area, prima che Pelè si scatenasse avviando il 5-2 finale.
Didì era il maestro, “o mestre”, compassato e classico, autore di immortali punizioni a foglia morta; Pelè il ragazzino emergente, l’astro che stava spuntando; Vavà era il sostituto di un certo “Mazzola”, o “Mazola”, come lo chiamavano i brasiliani, che, distratto dalle trattative con il Milan, perse condizione a favore del rivale. Quel Mazzola era José Altafini … Vavà, forse, tecnicamente un gradino sotto i compagni, eppure ancor oggi l’unico capace di segnare in due finali consecutive del Mondiale.
Insomma, fior di Campioni.
Ma nel nostro paese ci furono anche delle “situazioni” che resero i tre soprannomi celebri anche a chi di calcio non si interessava, o se ne interessava marginalmente.
Il celebre striscione dei napoletani e relativa frase entrata nel patrimonio linguistico del nostro paese recitava:
“Didì, Vavà e Pelè site a ‘uallera e Canè”, che senza entrare nel dettaglio del significato che sembra abbastanza chiaro, hanno regalato ai posteri una frase da tramandare e famosissima. Poi si arrivò anche a dire “Maradona è meglio ‘e Pelè”, ma questa è un’altra storia.
I tre brasiliani sono poi anche ispirazione per una canzonetta del Quartetto Cetra, dal titolo appunto “Vavà, Didì, Pelè”. Non di certo un capolavoro della musica, non di certo una canzone rimasta nel cuore degli amanti della musica. Una canzoncina effimera ma che ha contribuito, anch’essa, a “diffondere” quelle tre parole …
La copertina del disco
L’avete mai ascoltata?
Eccola di seguito … e di seguito anche il testo.
Vavà, Didì, Pelè
Tre brasiliani neri neri
Come tre chicchi di caffè
Sono Vavà, (Vavà)
Didì, (Didì) Pelè
Vavà, Didì, Pelè
Ti fan ballar la nuova samba
Segnando gol a tre a tre
Sono Vavà, (Vavà)
Didì, (Didì) Pelè
Nel magico Brasil
Ogni domenica, che festival
Scoppian nei cieli
Fuochi artificial
Sono felici come
Fosse eternamente carneval
Vavà, Didì, Pelè
Tre giocolier di cioccolata
Del verde regno del caffè
Sono Vavà, (Vavà)
Didì, (Didì) Pele
Sono Vavà, (Vavà)
Didì, (Didì) Pelè
Sono Vavà, (Vavà)
Didì, (Didì) Pelè
Nel Brasil c’è la macumba
Tutti san cos’è
Nel Brasil, Copacabana
Tutti san dov’è
Nel Brasil ci son tre maghi
Sono questi tre:
Vavà, Didì, Pelè
Sono Vavà, (Vavà)
Didì, (Didì) Pelè
Vavà, Didì, Pelè
Sono Vavà, (Vavà)
Didì, (Didì) Pelè
Classe ’68, appassionato di un calcio che non c’è più. Collezionista e Giornalista, emozionato e passionale. Ideatore de GliEroidelCalcio.com. Un figlio con il quale condivide le proprie passioni. Un buon vino e un sigaro, con la compagn(i)a giusta, per riempirsi il Cuore.