Storie di Calcio

Dino Baggio e l’arrivo nel grande calcio in quell’Agosto del 1990

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GLIEROIDELCALCIO.COM (Andrea Gioia)

L’altro Baggio da Camposampiero si chiama Dino e ha un talento calcistico molto spiccato. Fisico atletico e prestanza fuori dal comune, con un colpo di testa imperioso ed un tiro di rara potenza e precisione. Quando arriva al grande calcio ha soltanto 19 anni ed è appena risultato il miglior giocatore al Torneo di Viareggio, storicamente la manifestazione più importante del mondo a livello giovanile.

Otto anni passati all’ombra del Filadelfia, facendo tutta la trafila granata. Poi, nell’estate del 1990, la chiamata in prima squadra. Le notti magiche sono già un ricordo triste di una vittoria sfumata. Il Baggio da Caldogno ha appena incantato il mondo ed è passato alla Juventus mentre Maradona si appresta a passare i suoi ultimi mesi ai piedi del Vesuvio.

Emilino Mondonico ci aveva visto lungo su quel ragazzone veneto, definendolo “più di una promessa“. Lo aveva inserito in una rosa già molto competitiva, premiando la sua capacità di bruciare le tappe. Ed in effetti Dino, chiamato così in onore del mitico Zoff, aveva anche giocato qualche spezzone in Serie B, dimostrando sicurezza e personalità. Anni fondamentali agli ordini dell’indimenticato Sergio Vatta, tecnico stratega di una primavera irripetibile. Una trasformazione da attaccante a centrocampista duttile e decisivo, capace di segnare gol a raffica e di risultare tecnicamente avanti rispetto ai pari età dell’epoca. Naturale quindi il passaggio al grande calcio, in quell’Agosto del 1990.

In un articolo de La Gazzetta dello Sport dell’8 Agosto di quell’anno, Dino veniva considerato “imprendibile in progressione”, nonostante il metro e ottantasei cm di altezza. Il suo sogno era quello di “incontrare l’altro Baggio e arrivare in Nazionale maggiore”Realizzerà entrambi i suoi sogni, arrivando a disputare un Mondiale americano da protagonista, accanto all’altro Baggio nato in quel Veneto da sempre serbatoio inesauribile di campioni.

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