Storie di Calcio

Dino, capitano taciturno e decisivo

Published

on

GLIEROIDELCALCIO.COM (Andrea Gioia)

“I brasiliani esultavano per il gol, io non vedevo l’arbitro. Son passati quei 4 secondi terribili”

Forse il più grande, sicuramente il più iconico.

Perché quando si parla di portieri, in Italia e nel mondo, senza voler scomodare i vari fenomeni degli anni ’60 e pre guerra, la mente di molti va a quel ragazzo dal labbro sottile, stretto spesso nel silenzio, un friulano schivo ma molto deciso.

Dino Zoff come Bearzot, dal freddo dell’estremo confine italiano alla conquista del mondo.

Perché Marano del Friuli non è poi così vicino a Torino. E conquistarsi la gloria partendo dal nulla non è cosa da tutti.

Inutile elencarne le vittorie e le gesta, riduttivo decantare il campione. A noi interessa parlare dell’icona Zoff, capitano taciturno e decisivo, l’unico chiamato a parlare nel silenzio stampa più lungo del calcio italiano. Proprio lui che amava i fatti alle chiacchiere.

Anche lui messo in discussione da un giornalismo spiccio e poco riconoscente, in quel Mondiale del 1978 perso da migliori in campo. La potenza degli olandesi Brands e Haan, l’effetto di Nelinho e Dirceu. Due partite che ne oscureranno per 4 anni il mito, con la redenzione spagnola che arriverà alla fine di un torneo terminato nella bolgia del Bernabeu.

La semplicità è stata l’arma migliore contro le polemiche. Farsi scivolare molto per non essere schiacciati dall’opinione dei benpensanti, di ogni periodo calcistico.

L’irraggiungibile compie 79 anni e a noi interessava omaggiarlo.

più letti

Exit mobile version