CALCIOWEBPUGLIA.IT (Emanuele Laquintana) – Il ricordo dell’incontro di Nicola Borrelli con il grande Dirceu ai tempi dell’Ebolitana.
“Stagione 1990/91. Il campionato quello di Interregionale (Serie D). La squadra il Manfredonia.
Fu una stagione fallimentare. Crisi societaria profonda. Squadra piena di under 18. Di “senior” ne eravamo 5 o 6 al massimo. Mancavano poche partite alla fine del campionato. Andammo in trasferta con soli due dirigenti al seguito ad Eboli contro l’Ebolitana dove militava un “Signore del calcio”. Uno che aveva fatto 3 Mondiali con il Brasile. Uno che aveva segnato gol durante i Mondiali. Uno che ha fatto molta serie A. Uno che ha giocato con gente del calibro di Rivelino, Toninho Cerezo, Zico, Socrates, Falcao. Si chiamava José Guimarães Dirceu.
Affrontammo quella partita con il massimo dell’impegno ma l’avversario era una spanna superiore. Finì 3 a 0 per loro. Dirceu disegnava calcio ad ogni tocco. Ricordo che il pallone quando lo calciava con il suo sinistro, faceva un rumore diverso rispetto a tutti noi (per la cronaca solo da un altro giocatore ho sentito quel “suono”: Rosario Volpe). A fine partita naturalmente con orgoglio andai a stringergli la mano e complimentarmi con lui…che mi guardò e mi disse qualcosa del tipo “Siate fieri di aver lottato con tutte le vostre forze”. Quella frase alleviò in parte la delusione della sconfitta. Purtroppo mentre quel Signore mi diceva questa cosa un nostro dirigente, probabilmente arrabbiato per la batosta, avvicinandosi ad un mio giovane compagno di squadra cominciò ad inveire sulla prestazione del ragazzino e nell’impeto dell’incazzatura proferì una frase inopportuna quanto irrispettosa e fuori da ogni logica. La frase fu:”avete fatto fare perfino bella figura a questo vecchio che non si regge in piedi”!!! Non l’avesse mai detto. Tra uno spintone ed un altro cominciarono a volare pugni e calci verso il malcapitato dirigente. Successe il finimondo! I due dirigenti (malconci, molto malconci) vennero portati in Questura e noi rimanemmo negli spogliatoi da soli. Dopo un po’, fra le minacce e gli insulti che ci arrivavano, si aprì la porta. Era lui, Dirceu. Mi prese da parte e mi disse che non dovevamo temere niente. Di fare la doccia e che sarebbe stato lui in persona a farci uscire dagli spogliatoi. Fu di parola! Raggiungemmo i dirigenti in Questura e dopo un lungo interrogatorio finalmente prendemmo la strada per il ritorno. Si erano fatte le 22:30!!!
Il campionato finì e qualche tempo dopo passai dal Manfredonia al Calitri. Arrivai che la squadra aveva già fatto la preparazione pre-campionato. Avevo pochissimi allenamenti e non ero pronto per giocare la partita di Coppa Italia. Indovinate quale? Si, proprio Ebolitana-Calitri. Dopo qualche mese ritornai proprio lì. Andai in tribuna e mentre cercavo un posto per sedermi vidi che in tribuna c’era anche Dirceu. Feci finta di non vederlo. Non per essere scortese ma perché pensavo che lui non si sarebbe mai ricordato di me e non volevo apparire come quello che si vanta di conoscere qualcuno solo averci parlato una sola volta. Pensai male! Nel senso che presi posto e guardando il Campione fu lui che mi chiamò. Mi avvicinai mi abbracciò. Fu molto gentile. Chiesi scusa per l’accaduto di qualche mese prima ma lui sorrise e mi disse che non avevo nulla di cui scusarmi. Non io!
Mi resi conto che Campione vero è colui che non lo ostenta.
Dirceu morì pochi anni dopo, nel 1995, in un incidente stradale. Ed io lo ricordo sempre con affetto”.
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