Una carriera calcistica graduale quella di Domenico Volpati. Centrocampista difensivo ma molto duttile tatticamente anche in fase offensiva. Cresce nella Voluntas Novara, esordendo poi nel mondo del calcio nel 1968 con il Borgomanero, squadra dilettantistica nella quale gioca 3 partite nella prima stagione e 21 (con 2 reti) nella seconda. Dal 1970 al 1975 è alla Solbiatese, in Serie C, mentre fino al 1979 compie una lunga trafila nella serie cadetta tra Reggiana, Como e Monza. Dopo tanti sacrifici, ecco la Serie A con il Torino (due stagioni fantastiche) e poi lo scudetto con la maglia del Verona nel 1984-1985. In mezzo altra stagione positiva con il Brescia in Serie B. Dopo ben 241 presenze in gialloblu tra massima serie e coppe chiude l’attività da calciatore a Mantova.
Non solo calcio, infatti, nell’intervista fatta da Tuttosport.com , l’ex centrocampista racconta il suo passato con la laurea in Medicina, la carriera da dentista e poi l’ultima giocata forse la più importante: quella di vaccinatore volontario contro l’avversario più forte, il Covid-19.
“Un medico, lui prossimo alla pensione, mio caro amico mi ha detto che faceva il vaccinatore volontario. Per cui gli ho detto che se c’era bisogno ero disponibile. Proprio in quel momento arriva al bar il responsabile del centro vaccinale. Così ho seguito il protocollo che serve per avere l’abilitazione che consente di vaccinare, mi sono vaccinato e poi sono partito la scorsa settimana. Ora da Lago di Tesero ci siamo spostati al Palacongressi di Cavalese dove siamo davvero organizzati molto bene.”
Volpati dal cuore immenso: “Un medico non va mai in pensione…” Poi l’intervista prosegue ritornando al calcio giocato, con un riferimento a Paolino Pulici: “Pupi era un ragazzo a cui tutti volevamo bene perché se lo meritava in assoluto e poi risolveva le partite”.
Sul Verona: “ Lo spirito del gruppo e l’attaccamento alla maglia fecero la differenza”.
(TUTTOSPORT.COM di Marco Bo)
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