GLIEROIDELCALCIO.COM (Massimo Prati) – A livello di club, generalmente, si associa la figura di Maradona a Boca Juniors, Barcellona e soprattutto Napoli. Per tutti gli anni Settanta, però, Diego Maradona fu un giocatore dell’Argentinos Juniors, club dove arrivò nel 1970, all’età di 10 anni e con cui esordì, il 20 ottobre del 1976, nella Prima Divisione Argentina.
A proposito degli anni di Maradona nell’Argentinos Juniors, nel bellissimo libro di Eduardo Galeano, “Splendori e Miserie del Gioco del Calcio”, troviamo il seguente ricordo: “Era il 1973. Si affrontavano le squadre giovanili di Argentinos Juniors e River Plate. Il numero dieci dell’Argentinos ricevette la palla dal proprio portiere, scartò la punta centrale avversaria e si lanciò in fuga. Diversi avversari gli andarono incontro. A uno gli fece passare la palla sopra la testa, ad un altro in mezzo alle gambe, il terzo lo fregò con un colpo di tacco. Dopo, in questa incursione incontenibile, lasciò per strada i difensori, mise per terra il portiere e incominciò a camminare, palla al piede, verso la porta avversaria. In questo percorso aveva lasciato dietro di sé sette rivali che aveva scartato e quattro che erano rimasti a bocca aperta. Quella squadra non perdeva da 100 partite e aveva attirato l’attenzione della stampa specializzata. Il giocatore più amato di quella formazione era anche il più allegro e il più piccolino: Diego Armando Maradona, che aveva 12 anni e aveva appena fatto quel gol incredibile”.
Dalla visione del video documentario, “Diego Armando Maradona. Aquellos Años Felices. Argentinos Juniors”, scopriamo però che, dopo la partita ricordata da Galeano, passarono altri 51 incontri senza che la squadra del giovane Maradona conoscesse sconfitta, tanto che, dopo un po’, alle partite partecipava pure la banda musicale del quartiere.
Questo video, a cui ho appena fatto riferimento, inizia con il ricordo di Diego Borinsky, giornalista che, in occasione di una ricorrenza degli anni ’90, riguardante Diego Maradona, viene incaricato dal proprio giornale di consultare gli archivi e di trovare del materiale sugli anni giovanili del fuoriclasse argentino. Ed è così che, aprendo una busta rosa, il cronista trova la foto, mai pubblicata, del primo incontro ufficiale di Maradona in campionato: “No habia demasiado. Pero, de repente encontré una foto, en blanco y nero. Entonces, lo primero que dije fue: la puta madre!!! Lo que tengo en mis manos!!!” (Non c’era molto. Ma, all’improvviso, trovai una foto, in bianco e nero. Allora, la prima cosa che dissi fu “la puta madre”!!! Cosa mi ritrovo per le mani!!!).
L’esclamazione è certamente poca ortodossa. Ma, è pur sempre un’espressione che rende bene l’idea dello stupore di ritrovarsi casualmente nelle mani un vero e proprio reperto storico.
Nel prosieguo del video, grazie alla testimonianza di un popolare tifoso dell’Argentinos Juniors -spesso presente anche alle partite delle giovanili del club- scopriamo come Maradona (allora bambino), dopo avere fatto gol partendo dalla propria porta e arrivando a quella avversaria, ricevette un bacio dell’arbitro in segno di ammirazione per quello che aveva fatto. La cosa stupì perché l’arbitro si era comportato in modo poco professionale e poco imparziale. Ma la giacchetta nera si giustificò dicendo che il suo era stato solo un segno di ammirazione e di affetto per avere visto qualcosa di straordinario.
Andando avanti nella visione del filmato, vediamo come, fattosi un po’ più grande (ormai ragazzino) e diventato raccattapalle nelle partite della prima squadra, Maradona iniziò a palleggiare nella pausa tra il primo e il secondo tempo di Argentinos e Boca Juniors. E fu allora, quando le squadre rientrarono in campo, che gli spettatori iniziarono a gridare: “Que se quede el pibe. Que se quede el pibe. Que se quede el pibe”, cioè che il ragazzo resti, nel senso che bisognava continuare a lasciarlo palleggiare.
Nel prosieguo del filmato, arriviamo al debutto di Diego, quando non aveva ancora compiuto sedici anni. Debutto che ebbe luogo il 20 ottobre del 1976 (entrò nel secondo tempo). Ma alcuni tifosi ricordano con maggior piacere il turno seguente, contro il Mar de Plata, quando Diego segnò due gol, di cui uno dopo avere scartato nove avversari.
Di quel periodo giovanile di Maradona un suo compagno di squadra, Adrian Domenech, nel video dice: “ti abituavi a vedergli fare cose meravigliose permanentemente”. Ma, come racconta nel filmato, lo stesso Luis Menotti, allenatore dell’Argentina Campione del Mondo nel 1978, il destino doveva riservare a Maradona la prima grande delusione, e cioè la non convocazione del Pibe a quei Mondiali. Infatti, il C.T. argentino nel video sottolinea come la giovane età del “Pibe de Oro” e la presenza in rosa di uomini esperti come Kempes, lo spinsero a malincuore ad escludere dalla nazionale Argentina Maradona, che ai tempi era un diciassettenne.
Passando di sequenza in sequenza, nel documentario arriviamo al momento di un incontro privato, ma per certi aspetti storico. Un incontro tra il giovane ed emergente talento argentino e Pelé, star internazionale ormai arrivata a fine carriera. Degno di nota il fatto che il giornalista argentino promotore dell’incontro precisa come un grande fotografo venuto con lui per immortalare la chiacchierata tra “El Pibe” e “O Rey” quasi se ne scordò, tanto fu preso dall’emozione.
Comunque, a parziale compensazione dell’esclusione dal Mondiale ’78, il video mostra come Maradona ebbe la soddisfazione di vincere i campionati giovanili del mondo in Giappone, nel 1979. Torneo che, a detta di Luis Menotti, ebbe una risonanza forse ancora maggiore rispetto a quello del 1978 perché “culturalmente, come rappresentazione del football argentino”, fu più rappresentativo dello stesso Mondiale dell’anno precedente.
Vale anche la pena di sottolineare che, purtroppo, gli anni tragici della dittatura nel filmato sono poco toccati. Ci sono solo alcuni cenni nel finale, quando si parla dell’interessamento del Barcellona a Maradona ma, al tempo stesso, si verifica la contrarietà, da parte dei militari di Videla, a lasciare andare all’estero i giocatori argentini.
E arriviamo alla vigilia dell’ultima partita di Maradona con l’Argentinos Juniors: il portiere del Boca Juniors, Hugo Gatti, rilascia alla stampa dichiarazioni derisorie e provocatorie nei confronti di Maradona. Quando Diego le legge, dice a un suo compagno di squadra: “domani gli faccio quattro gol”. Ed effettivamente, quel giorno l’Argentinos Juniors vince in rimonta cinque a tre contro il Boca, con quattro gol di Maradona.
Ormai eravamo nei primi anni ’80. El Pibe era destinato ad essere venduto al River Plate (le trattative erano ormai in dirittura d’arrivo). Ma, nell’ambito di un torneo estivo a Mar de Plata, e alla relativa partita tra River Plate e Argentinos Juniors, i tifosi del River fischiarono Maradona al suo ingresso in campo. Indispettito e contrariato da quel comportamento, Maradona chiese al suo manager di negoziare un passaggio al Boca. Così, nella stagione 1981-1982, Maradona passò al club degli “Xeneizes”. L’anno dopo sarebbe andato al Barcellona e, in seguito, al Napoli.
Ma, quelle di Barcellona e di Napoli sono altre vicende. Questa che ho raccontato oggi è invece la storia di Maradona nell’Argentinos Juniors.