La Penna degli Altri

La storia di Erminio Bercarich, il mito del Cagliari che fu più prolifico di Gigi Riva

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(CENTOTRENTUNO.COM di Matteo Zizola – Foto CONTRA-ATAQUE)

Centotrentuno racconta, con dettaglio e stile, la storia di Erminio Bercarich, l’attaccante che segnò la storia del Cagliari prima di Gigi Riva. Ecco un estratto.

[…] Cagliari, 1950. Il dopoguerra, una nuova vita, cancellare un passato difficile da dimenticare. Nascere a Istria, all’epoca Italia oggi Croazia, un piccolo villaggio dai tanti nomi, Valdarsa, Susgnevizza, Šušnjevica era già un destino non semplice da cui partire. Erminio Bercarich e la sua famiglia sfuggirono, si dice, anche alle Foibe. Pagina dolente, ferita mai rimarginata, ma questa è un’altra faccenda. Quello che conta per Erminio è il calcio, perché lui è bravo, nessuno lo direbbe con quel fisico eppure… E che dire di quel soprannome, Stella del Sud, una contraddizione in termini leggendo il cognome e ricordando i natali del Nord-Est.

[…] Torniamo a Cagliari, 1950, Serie C. I rossoblù vogliono la promozione e per raggiungere l’obiettivo si affidano a un centravanti che oggi potrebbe essere un equivalente di Zlatan Ibrahimovic. […] Altri tempi, ma a Erminio poco interessava degli allenamenti e del sacrificio, il suo lavoro era fare gol. […] Sigarette, alcool, carte, i soldi del calcio da mettere sul tavolo da gioco. Bercarich il primo anno a Cagliari trascina la squadra, 30 gol in 32 partite in Serie C con tanto di promozione.

[…] Un rituale, fumo, bevute, puntate, calcio, premi e ripartire dall’inizio, allenamento poco e svogliato tanto da far arrabbiare il suo tecnico, Federico Allasio. A Cagliari giocherà 63 volte, segnando 42 gol.

[…] Se dici Cagliari dici Gigi Riva, ma Bercarich può essere considerato l’antesignano diRombo di Tuono e anzi, ha addirittura un record superiore al mito dei miti nonostante tutto. La media reti più alta nella storia rossoblù appartiene a lui, è anche il settimo marcatore nello stadio Amsicora con 20 gol e poi dopo Reggio in Sardegna chiude la carriera e si stabilisce.

[…] Dopo l’ultimo anno a Carbonia resta a vivere in Sardegna, vivere, insomma, trascinarsi perché alla fine i vizi si pagano e portafogli e salute chiedono il conto. Così il presidente del Cagliari Moi, anni ’80, lo assume come custode del Sant’Elia, uno stadio che non lo ha visto giocare ma che può significare rinascita, invece nemmeno una raccolta di soldi dei Cagliari Club per aiutarlo evita il declino. Il destino è segnato, a Roma il primo settembre del 1986 si spegnerà in silenzio, anche se di lui non si dimenticano né Reggio Calabria né Cagliari.

 

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