L’intervista a Filippo Galli
E’ stato uno dei più forti difensori nella storia del calcio italiano, protagonista nel grandioso Milan che seppe conquistare il mondo tra la fine degli anni ’80 e la prima metà del decennio successivo. E’ stato anche, e continua ad esserlo, un profondo conoscitore del calcio, uno scopritore di talenti capace di porre l’attenzione sulla complessità del “gioco più bello del mondo”. L’Intervista a Filippo Galli è una sorta di sogno giornalistico che si avvera. D’altronde, non capita tutti i giorni di farsi raccontare le gesta di quel Milan da uno che sul campo c’era.
Lo raggiungo dopo aver scoperto, per caso, l’esistenza de La complessità del calcio, il suo blog in cui condivide il pensiero su questo sport e su tutto quello che di interessante può esserci correlato.
Partendo dagli inizi, con disponibilità mi racconta l’evoluzione di una carriera irripetibile …
I primi passi nel mondo del calcio
“Come primo sport organizzato ho fatto ginnastica artistica. Chiaramente giocavo a calcio da quando avevo sette anni, tra oratorio e cortili. Verso gli undici anni ho cominciato a giocare nella società del mio paese, Villasanta. Sono arrivato fino alla prima categoria e lì mi hanno visto gli osservatori del Milan. A quasi 17 anni sono entrato nel settore giovanile dei rossoneri e ho fatto gli anni della Primavera con Italo Galbiati. In quella squadra c’erano giocatori come Evani, Incocciati, Icardi, Cambiaghi, Gadda etc: una squadra di qualità”.
Il primo anno tra i professionisti a Pescara
“E’ stata una bella esperienza perchè siamo riusciti a vincere il campionato di C e salire in B. Mi sono sentito a casa sia per l’allenatore Tom Rosati che per le persone che ho incontrato, su tutte la famiglia Grossi con cui sono ancora in contatto oggi”.
L’intervista a Filippo Galli: l’esordio nel Milan, Galbiati e Liedholm
“Un esordio emozionante, da tifoso milanista, in un contesto bellissimo. Galbiati è stato un maestro perché aveva cura dei giocatori, sia dal punto di vista tecnico che umano. Liedholm è stato un allenatore di grande carisma, con una grandissima ironia unita ad una grande autorevolezza”.
Il Milan di Berlusconi
“Farina aveva fatto tanto per il Milan, ma l’arrivo di Berlusconi salvò la società da un possibile fallimento: per noi fu importante. Il Presidente ci fece subito capire di avere idee innovative e voglia di conquistare, non solo l’Italia ma anche l’Europa ed il mondo. Una presentazione in grande stile a cui fece seguire i fatti, ingaggiando un allenatore innovativo e costruendo una grande organizzazione”.
Sacchi, gli Olandesi e la grande difesa del Milan
“Sacchi è stato un allenatore che ha portato la squadra a vincere con un gioco trascinante. Gli olandesi hanno portato grandi qualità tecniche all’interno di un ambiente che aveva una grandissima cultura del lavoro già consolidata. Baresi, Maldini, Tassotti, Billy sono stati grandi compagni di reparto che hanno saputo creare, tra doti individuali e organizzazione, una delle difese più forti che ci siano mai state nel campionato italiano”.
Filippo Galli: le partite rimaste nella storia
“Contro il Napoli, nella sfida Scudetto del 1988, è stata una partita importante. Eravamo a ridosso del Napoli e li abbiamo battuti a casa loro, all’interno di un San Paolo gremito che ci ha battuto le mani alla fine, dopo aver visto la nostra prestazione. Contro la Stella Rossa, nella sfida di Belgrado, io ero in tribuna però ricordo quello che è accaduto.
Lì è stato il fato che ha dato la possibilità al Milan di rigiocarsi la partita il giorno successivo e quindi riuscire a passare il turno. Non era facile perchè in quella Stella Rossa c’erano giocatori di qualità come Savicevic e Stoikovic. Nella finale di Coppa Campioni, nel 1994, tutti ci davano per spacciati contro il Barcellona di Cruijff, ma la squadra riuscì a rispondere bene nonostante mancassero due colonne come Baresi e Costacurta. Ho avuto la possibilità di giocare la finale da titolare, accanto a Paolo Maldini centrale e a Tassotti e Panucci. Una prestazione di squadra sublime”.
Capitolo Brescia, Mazzone e Baggio
“Una bella esperienza anche questa. Io volevo riconquistare la Serie A in campo, quella che avevo perso con la Reggiana. Col Brescia ci riuscimmo il secondo anno, con Sonetti alla guida. Il terzo anno arrivò Mazzone e poi Corioni prese Baggio, giocatore straordinario che avevo già conosciuto al Milan. Si è messo al servizio della squadra senza mai far pesare la sua grandezza di campione inarrivabile”.
Il compagno e l’avversario più forti
“Come compagni dico Van Basten, Baresi e Maldini. Come avversari direi Maradona e Zico”.
Grazie Filippo.