La trasferta italiana di Pelé e del suo Santos era iniziata con l’arrivo a Roma in un giorno di inizio Marzo del 1972. La pausa del campionato paulista aveva spinto i brasiliani verso i dorati compensi delle amichevoli internazionali, con incontri giocati tra Cile, Perù, Colombia, Guatemala, San Salvador, Inghilterra, Irlanda e Belgio. La prima sfida delle due in programma si sarebbe dovuta giocare all’Olimpico contro i padroni di casa giallorossi; la seconda, due giorni dopo, contro il Napoli di Altafini, Zoff e Sormani.
Pelé, voglioso di ritornare in uno dei Paesi che più amava, si lasciava intervistare da Sannella de La Gazzetta dello Sport, dichiarando che l’Italia era uno dei luoghi che più amava, in cui aveva tanti amici e che gli evocava la memoria della grande vittoria del ’70, seguita alla grande paura dopo il pareggio di Boninsegna.
L’Olimpico, quel 3 Marzo del 1972, era una bolgia festante, anche troppo. La presenza di O’Rei aveva infatti attirato un numero spropositato di tifosi, accalcatisi vicino a quelle biglietterie incapaci di soddisfare l’immensa richiesta. Quando si sparse la voce che i biglietti erano finiti, una folla incontenibile cercò di sfondare i cancelli e soltanto l’intervento provvidenziale del presidente Anzalone, freddo e deciso nell’ordinare di aprire le porte, evitò il peggio.
Sugli spalti c’era anche il campione di pugilato Monzon ed il suo agente.
In quella sfida, vinta dal Santos per due reti a zero, il protagonista inaspettato fu il portierone Ginulfi, l’uomo capace di parare un rigore all’asso brasiliano. Era il quinto rigore sbagliato da Pelé in quasi quindici anni di carriera. Alla fine dell’incontro O’Rei dichiarò di esserci rimasto male per quell’errore … quasi seccato:
“Il portiere della Roma ha avuto l’intuito di capire dove tiravo e lì si è subito piazzato. Si tratta di una prova di abilità e di intuito davvero eccezionali”
Noi, per i 50 anni da quella partita rimasta nella memoria collettiva, abbiamo raggiunto Ginulfi (al quale avevamo dedicato una video intervista di qualche tempo fa) per raccogliere un ricordo diretto:
«Ne è passato tanto di tempo. Quel giorno ricordo che la partita iniziò un po’ più tardi del previsto per via di problemi ai botteghini. Il richiamo di Pelé era forte. Noi della Roma ci siamo difesi, loro erano troppo bravi per noi. Arrivò il momento del rigore, lato della curva nord e quando tirò io scelsi un angolo su cui buttarmi. Lui la piazzò alla mia sinistra e io la bloccai con una mano. Io avevo già giocato contro O’Rei in uno Stadio Flaminio appena rimodernato. Ero riserva ed entrai nel secondo tempo. Non sai quante gliene parai. Ricordo che c’era Gerardo Sannella, che aveva portato i brasiliani in Italia. Lui faceva parte della comitiva del Santos e a fine partita mi confidò che Pelé mi aveva elogiato, sottolineando il fatto che le avessi prese tutte. Quando Sannella gli disse che io era una riserva lui si lasciò sfuggire un “perché non lo compriamo noi?!”. La cosa che mi aveva fatto piacere è che il giorno dopo ci invitò all’Ambasciata del Brasile. C’era anche Sormani. Ho ancora la foto, credo che mi apprezzasse come calciatore. Tramite Sannella ricordo che nel corridoio dell’Olimpico mi diede la maglia, senza nemmeno chiedergliela. Io non ho mai chiesto magliette (ride). Non so se lui si ricorderà di me, ma in quel momento ho avuto davvero sensazioni gratificanti da parte sua»
Grazie Alberto.
Una foto di Ginulfi e Pelé durante la sfida del 3 Marzo 1972
Classe '83, viaggiatore instancabile ed amante del calcio e dello sport tutto.
Una Laurea in Comunicazione, una tesi sul linguaggio giornalistico sportivo degli anni '80 ed una passione per il collezionismo, soprattutto quello inerente la nazionale italiana.
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