Eleganza, leggiadria ed agilità: sono queste le doti che Marta Noemi Soler ha sfoggiato sui campi di calcio e tennis
Soprannominata “la arquera cantante“, Martita è stata una pioniera del calcio femminile argentino. Infatti difese i pali della Seleccion al Mondiale non ufficiale “Trofeo Martini & Rossi” svoltosi nel 1971 in Messico, dove indossava una divisa completamente nera in onore del suo idolo, Lev Yashin detto il “Ragno Nero”. L’Albiceleste, non potendo contare sul sostegno dell’AFA, si recò nel paese centroamericano con diciassette calciatrici sprovviste di scarpe da calcio e senza un medico, un massaggiatore o un allenatore. Durante la manifestazione la giovane diciassettenne Marta Noemi Soler si esibiva anche come cantante di tanghi e bolero al ristorante Rincón Gaucho, che era vicino all’hotel dove era ospitata la sua squadra. Nonostante queste difficoltà l’Argentina disputò un buon torneo battendo nella prima fase l’Inghilterra con un perentorio 4-1 che le permise di accedere alle semifinali, dove venne sconfitta dalle future campionesse della Danimarca. Poi, nella finalina per il terzo posto, incrociò le azzurre, che si imposero per 4-0. Marta Noemi Soler, dopo dieci lustri, rivive quelle splendide emozioni che le regalò il fútbol femenino.
Quando iniziò a giocare a calcio?
“Ho cominciato fin da piccolissima insieme a mio papà, grande appassionato di questo sport.”
Quale è stata la sua prima squadra di club?
“Nel 1970, ovvero l’anno prima del mondiale messicano, feci un provino nel Club Universitario e venni scelta per ricoprire il ruolo di portiere.”
Quale è stata la sua prima partita con la nazionale Argentina?
“Il mio esordio è avvenuto nell’amichevole giocata nel luglio del 1971 contro il Messico sul campo del Club Atlético Nueva Chicago (società calcistica con sede a Mataderos, un quartiere di Buenos Aires ndr). Fu una partita combattuta che vincemmo per 3-2.”
Soler in uscita bassa nella partita con il Messico al Mondiale 1971
Cosa ricorda del Mondiale non ufficiale in Messico del 1971?
“Sono passati cinquant’anni ma ho ancora dei ricordi molto vivi e ben impressi nella mia mente. È stato qualcosa di straordinario: stadi pieni con più di 110.000 persone sugli spalti ed una grande copertura mediatica di giornalisti e televisioni. Insomma quello che abbiamo vissuto in Messico è stato indimenticabile per tutte noi ed ancor di più per me che avevo appena 17 anni.”
Nella finalina per il terzo posto affrontò l’Italia. Cosa rammenta di quell’incontro?
“Le azzurre furono certamente superiori a noi e vinsero 4-0. Ma fu comunque una bella partita e a fine gara ci scambiammo le maglie.”
Nazionale argentina 1971
Di quale calciatrice italiana rimase impressionata?
“Nonostante venimmo sconfitte ricordo che il portiere dell’Italia Daniela Sogliani si mise in mostra compiendo delle belle parate ed impedendo alle nostre attaccanti di segnare. Ecco, è stata proprio lei quella che mi colpì maggiormente tra le nostre avversarie.”
Dopo l’esperienza in Messico l’Argentina disputò altri incontri internazionali?
“Si. Infatti di ritorno dal Messico abbiamo fatto una tappa in Perù per affrontare la loro nazionale. Vincemmo per 1-0 con un gol di Betty García.”
Poi come si sviluppò la sua carriera di calciatrice?
“Rientrata in Argentina insieme ad alcune compagne della nazionale, Betty García e Virginia Cattaneo, passai al Racing, la cui squadra femminile si chiamava Academy. Lì vinsi un campionato nazionale in cui partecipavano 24 formazioni.”
Fino a quando giocò a calcio e perché decise di smettere?
“Ho riposto i guanti da portiere all’età di 28 anni. Poi mi sono dedicata al tennis, sport in cui ho conquistato 8 campionati argentini, e al paddle tennis, dove ho vinto tantissimi tornei. Ancora oggi continuo a giocare a tennis e chiaramente seguo il calcio, infatti sono tifosa dell’Independiente.”
Si ringrazia Marta Noemi Soler per la documentazione fotografica messa a disposizione e Lucila Sandoval per il supporto fornito.
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Per chi volesse approfondire l’argomento:
Giovanni Di Salvo “Quando le ballerine danzavano col pallone. La storia del calcio femminile con particolare riferimento a quello siciliano” della GEO Edizioni.
Giovanni Di Salvo “Le pioniere del calcio. La storia di un gruppo di donne che sfidò il regime fascista” della Bradipolibri (Prefazione scritta dal CT della nazionale Milena Bertolini)
Ingegnere palermitano con la passione per il giornalismo e il calcio femminile. Autore di due libri: "Le pioniere del calcio. La storia di un gruppo di donne che sfidò il regime fascista" e "Quando le ballerine danzavano col pallone. La storia del calcio femminile".