ESCLUSIVO – Intervista a Pasquale Loseto: “Il Bari fa parte di me”

Loseto e Bari, un binomio calcistico che ha segnato quasi quattro decadi di storia dei galletti biancorossi

La mia intervista di oggi, dopo quella dedicata a Giovanni, ha come protagonista il capostipite di questa dinastia di calciatori , quel Pasquale Loseto rimasto leggendario per tenacia ed efficacia in ambito difensivo. Indimenticabili le sfide con Gigi Riva e quelle con George Best, in un calcio genuino fatto di tifo sentito e accesi scontri verbali pre partita.

Inizio con una domanda relativa ai primi passi nel mondo del calcio ….

“Tu sai che a Bari Vecchia sono venuti fuori tantissimi giocatori tra cui Capocasale, Chiricallo, noi Loseto, Cassano etc. Noi giocavamo sempre per strada, al castello, e quando avevo 12 anni mi vide un signore che creava il settore giovanile del Bari. Mi portò nel Bari e mi fece giocare subito allo Stadio Della Vittoria. Piano piano feci tutta la trafila, fino ad arrivare alla prima squadra.

I primi due anni li feci in C, poi andammo in B ed il primo anno giocai soltanto cinque partite perché mi lesionai i legamenti dopo uno scontro con Benetti. Per fortuna un medico mi consigliò di non operarmi e tornai a giocare facendo solo potenziamento.

In A feci un campionato in un periodo in cui giocavano calciatori del calibro di Riva, Boninsegna, Savoldi, Amarildo etc. Feci delle grosse prestazioni e, in pratica, dovevo passare al Cagliari. Il trasferimento non si fece più perché mister Toneatto mi volle tenere per riportare il Bari in A. Rimasi a Bari e mi ruppi tibia e perone alla fine del girone d’andata”. 

Le esperienze con le altre maglie

Mi faccio raccontare le altre esperienze vissute con le maglie del Lecce, del Pescara, della Casertana e del Monopoli …

“Sono tutte piazze che mi hanno dato il calore, in cui mi sono trovato bene. Andai via da Bari dopo 160 partite e passai prima al Pescara e poi al Lecce. Mio zio Chiricallo mi volle al Lecce perché voleva costruire una difesa fortissima con molti giocatori baresi, tra cui Toscano e Loprieno (c’erano già Lorusso e Carella). Il primo anno abbiamo fatto il famoso record di Tarabocchia e poi l’anno dopo abbiamo vinto il campionato. Ho dei bellissimi ricordi, i tifosi ci amavano. Dopo Lecce passai a Caserta e poi volli tornare in Puglia, al Monopoli. Vinsi un altro campionato e chiusi la carriera da calciatore”. 

Pasquale Loseto: da calciatore ad allenatore

Pasquale Loseto, dopo aver appeso le scarpette al chiodo, sul finire dei ’70, intraprese una grande carriera da allenatore nelle giovanili del suo Bari …

“Avevo ancora due anni di contratto. Era il 1979. Regalia mi propose di diventare allenatore delle giovanili, anche se mi sentivo ancora di poter giocare almeno per un biennio. Alla fine ci sono rimasto altri sedici anni. Con me sono usciti giocatori come Angelo Carbone, Bigica, Amoruso, Parente, Bellucci e tanti altri”. 

Le sfide con i grandi campioni

Capitolo sfide con i grandi campioni. Primo paragrafo dedicato a quelle con il suo amico Gigi Riva …

“La prima volta lo marcai a Bari. Lui era un signore, non si lamentava mai. Quando giocammo il ritorno, loro avrebbero potuto vincere il campionato. Prima della partita gli feci promettere che, in caso di vittoria loro, mi avrebbe regalato la sua maglia. Lui mi disse che non c’erano problemi. Mi disse anche che mi avrebbe fatto giocare la Coppa dei Campioni l’anno dopo. Gigi aveva fatto il nome mio per prendermi per la stagione successiva, visto che il Cagliari cercava un altro difensore. Mi portò la maglia direttamente nello spogliatoio (quella maglia purtroppo non la trovo, insieme a tutte quelle che avevo conservato gelosamente: speriamo ce l’abbia qualcuno della famiglia), dicendomi che l’anno seguente ci saremmo visti lì. Quel giorno, allo Stadio Amsicora, l’atmosfera era fantastica. Fu una partita corretta. Con Gigi rimase una amicizia durata negli anni. Ci vedevamo quando veniva a Bari come dirigente della Nazionale”.

Il secondo paragrafo, obbligatoriamente, lo devo dedicare alla narrazione del suo incontro con George Best, in quella mitica trasferta americana del Bari datata 1970 …

“C’è un bel documentario su Repubblica che racconta questa storia (dal titolo Il Sogno Americano). Uno della città vecchia che si trova in America ad affrontare queste grosse squadre con questi grossi giocatori. Io li affrontavo con cattiveria calcistica. Sono stato sfortunato per i due infortuni seri e fortunato perché ho avuto la possibilità di giocare queste partite”. 

Il Bari e Pasquale Loseto

Prima di concludere con la domanda di rito di ogni mia intervista, mi faccio confidare da Pasquale Loseto che cosa rappresenta il Bari per lui …

“Il Bari ha rappresentato la vita perché ci ho passato 32 anni della mia vita calcistica. Poi devi aggiungere la tradizione della mia famiglia. Abbiamo 80 anni di storia. Come fai a non amare il Bari”.

Compagno e avversario più forti …

“Come compagno ti dico Mario Fara, Faustinho Canè e Bibi Spalazzi, quest’ultimo un grandissimo portiere che parava senza guanti. Come avversario ti dico sicuramente Riva, Boninsegna, Savoldi“.

Grazie Pasquale.

GLIEROIDELCALCIO.COM (Andrea Gioia)