(ILGIORNALE.IT di Marco Gentile)
Il Giornale intervista il mitico Fabrizio Ravanelli. Ecco uno stralcio della stessa.
[…] Dopo le esperienze tra Avellino, poco fortunata, in Serie B e Casertana in C1 tra il 1990 e il 1992 si mette in mostra nella serie cadetta con la Reggiana e questo gli serve come trampolino di calcio per affacciarsi non solo alla Serie A ma ad uno dei club più importanti in Italia e nel mondo: la Juventus. Con i bianconeri, in quattro stagioni, gioca 160 partite e realizza 68 reti, 30 nel 1994-95- Ravanelli con la maglia bianconera mette in bacheca una Coppe Uefa, uno scudetto, una Coppa Italia, una supercoppa Italiana e una Coppa dei Campioni nel 1995-96.
[…] Ci racconta qualche aneddoto particolare nei suoi quattro anni passati alla Juventus?
“Ci sono tanti aneddoti bellissimi, ma quello più significativo che mi viene in mente è quando Ferrara, erano i primi giorni dell’era Lippi, Moggi, Giraudo e Bettega salì sulla sedia e si mise a raccontare le sue barzellette”.
[…] Quale allenatore le ha dato di più nella sua formazione?
“Fortunatamente ho avuto la fortuna di conoscere tanti allenatori bravi. Da Trapattoni alla Juventus nel ‘92 quando vincemmo la Coppa Uefa, fino ad arrivare a Lippi e Sacchi in nazionale: loro tre sono stati quelli che mi hanno lasciato molto”.
[…] Ha legato con qualche compagno in particolare alla Juventus?
“Sono sempre andato d’accordo con tutti e farei un torto a fare un solo nome. Di Livio, Torricelli, Conte, Del Piero, Ferrara e tanti altri: quello è stato un grande gruppo ad esempio, tutti andavamo d’accordo”
[…] Ha qualche rimpianto in carriera?
“Aver lasciato la Juventus nel 1996, io potevo anche rimanere”.
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Foto CONTRATAQUE