GLIEROIDELCALCIO.COM (Marco Moschini) – Non saprei dire se è mai stata stilata una classifica sui colori sociali più diffusi tra le società di calcio su scala mondiale. O la classifica di quelli più originali e bizzarri. Una sorta di censimento globale. Azzardo e provo a dire il bianco-rosso l’abbinamento più comune, anche se sono indeciso, il bianco-azzurro potrebbe difendersi bene.
Sono arrivato però a una conclusione: gli abbinamenti cromatici delle squadre di calcio sono tutti belli, intrisi di storia e sentimento. E quando ti innamori di una squadra di calcio quei colori non li molli più.
L’argomento assume sfumature ancor più romantiche quando abbraccia il collezionismo. Saranno stati i colori ricercati da Fidel Voglino, sarà il luogo di provenienza del collezionista che ha dato tanto “al gioco del pallone”, o la storia che gravita attorno. Sono rimasto da subito folgorato da questo signore originario di Bahia Blanca, uno fra i più grandi collezionisti argentini di maglie di club. La sua passione ha una particolarità. A lui interessano esclusivamente alcune le divise. “SOLO LO HAGO CON ROJINEGRAS A FRANJAS” esclama con fermezza in spagnolo. Solo divise rossonere a strisce verticali, questa è la regola.
Inizia a stanarle in giro per il mondo circa un decennio fa contattando le sedi delle società in prima persona o attraverso internet, utilizzando traduttori e tutto quello che la tecnologia moderna offre. Non sempre rispondono, ma lui non desiste. Perché il rosso e il nero a strisce verticali? Perché sono i colori sociali della squadra del cuore: “El Santo Marplatense”, l’Atlético San Lorenzo di Mar del Plata, club di quartiere della popolosa città turistica dalle spiagge affollate dell’hinterland di Buenos Aires. Una passione nata come è accaduto un po’ a tutti, quando il papà accompagna il figlio alle partite dando vita a quel rito di iniziazione unico e indimenticabile. Vive i momenti migliori a cavallo degli anni settanta quando il club arriva a militare nella massima serie. Allo stadio San Martin sbarcano: il Boca Junior, il River Plate, i migliori club argentini. Nel 1976, proprio contro il piccolo San Lorenzo “el Pibe de Oro” Diego Armando Maradona che farà innamorare Napoli realizza il suo primo gol da professionista (anzi la sua prima doppietta!) all’età di soli sedici anni con la maglia dell’Argentinos Juniors. Contro l’Instituto de Cordoba i rossoneri se la devono vedere con il centravanti Mario Alberto Kempes coadiuvato da Osvaldo “Ossie” Ardiles entrambi campioni del mondo ai Mondiali del 1978. “Argentina 78” ricordate? Apriamo una piccola parentesi per segnalare una coincidenza: Mar del Plata era la sede della Nazionale Azzurra nella fase a girone di quel Mondiale con due vittorie su due, contro la Francia nella gara di apertura e contro l’Ungheria. Un girone di ferro che vedeva anche la presenza dei padroni di casa dell’Argentina, chiuso dagli Azzurri del C.T. Bearzot in testa alla classifica a punteggio pieno.
Ma torniamo a noi, restando però sempre a Mar del Plata. Tante grucce tutte in ordine stipate con cura da Fidel che ha deciso di esporre “il suo tesoro” nella sede del club con lo scopo di raccogliere, attraverso le offerte dei visitatori, fondi per dare un aiuto ai bambini poveri delle periferie che si avvicinano al calcio. Attualmente “le mute” sono 212 di 53 paesi diversi. Milan, Foggia, Palmense e Nocerina quelle italiane. Tanti sono gli aneddoti legati a queste maglie. Quella dell’Atletico Paranaense gli fu consegnata direttamente dal presidente del club brasiliano. La divisa a strisce del DPMM FC abbreviazione della denominazione impronunciabile: Duli Pengiran Muda Mahkota Football Club club asiatico del Brunei spedita da un pilota di aerei del sultano del paese. Ma quella cui il settantaseienne argentino tiene di più è la prima, quella del San Lorenzo. Alla vigilia di una partita decisiva Fidel sfida quel velo di timidezza che lo ha sempre contraddistinto. Avvicina uno dei calciatori più rappresentativi Daniel Di Gerónimo ed esclama: “Se oggi vinciamo siamo campioni e voglio la tua maglia”. L’atleta ribatte: “Conosco la tua grande passione per il “Santo”, ma questa sarà la mia ultima partita prima della mia partenza per la Spagna. Mi spiace davvero tanto, ma la maglietta l’ho già promessa a mia mamma”. “Il Santo” vince la finale del campionato 1-0 contro il Deportivo Norte e il lunedì seguente davanti alla sede del club giunge Di Gerónimo con un pacchetto sotto il braccio. Dentro, la maglia che Fidel sognava. “Fidel, Mia mamma mi ha detto che tu la meritavi di più”.