(GLIEROIDELCALCIO.COM di Andrea Gioia)
Continuiamo a raccontare la storia dei protagonisti del Milan grazie alle interviste di Carlo Pellegatti. Questa volta tocca all’arcigno Filippo Galli, bandiera dei rossoneri verso la fine degli anni ’80 e ’90, poco avvezzo alla ribalta ma efficace come pochi.
Durante la stessa, l’ex difensore ha raccontato aneddoti riguardanti gli anni d’oro passati a Milano.
Si comincia, naturalmente, con la partita che fu lo spartiacque per il futuro della squadra di Sacchi. Il 1° Maggio 1988 il Napoli di Maradona veniva battuto al San Paolo da una corazzata composta da giocatori stratosferici.
“Napoli aspettava questa partita. Ci teneva a mantenere il primato. Maradona fece una punizione imparabile, all’angolino, nonostante la barriera molto alta. Il Napoli aveva giocatori di grande qualità. Nell’intervallo Sacchi usò le parole giuste. Noi eravamo in folle; messa la marcia si andava in automatico. Eravamo meticolosi. Sul 3-1 loro ci hanno provato fino in fondo”.
I festeggiamenti di quel primo scudetto targato mago di Fusignano.
“Ricordo molto della festa all’interno dello stadio di Como ed i festeggiamenti a San Siro. Le musiche all’interno del pullman. E’ stata l’apoteosi. Un festeggiamento unico. Arrivavamo da dieci anni senza vittorie, dalla stella conquistata da Rivera”.
Naturalmente il ricordo passa anche dalla stratosferica vittoria contro lo spocchioso Barcellona, la vittoria della finale di Coppa dei Campioni del 1994.
“Essere chiamato a fare il titolare mi riempiva di carica. Mi sono sempre allenato con costanza, per questo sono entrato in campo prontissimo. Il Barcellona se la sentiva già sua ma noi facemmo la partita del secolo”.
Filippo Galli racconta il suo esordio nel Milan avvenuto nel 1984 grazie a mister Castagner.
“Io e Spinosi giocammo titolari. Da quel momento il mister mi dà fiducia. Nel derby non giocai dall’inizio perché all’epoca c’era la credenza che non bisognava bruciare i ragazzi facendoli giocare sempre. Io arrivai al Milan abbastanza tardi. Si andava in ritiro a Milanello e Milanello era affittata per i matrimoni. Abbiamo avuto la fortuna che la proprietà passasse a Fininvest. E’ stato in gamba il management di allora che ha sempre sostenuto Sacchi fin dall’inizio, nonostante le difficoltà. Perdemmo contro l’Espanyol e la Fiorentina”.
Ed il suo rapporto con Sacchi e con Capello.
“Arrigo mi ha dato molto dal punto di vista della metodologia di lavoro. Capello mi ha insegnato la gestione delle risorse umane”.
Galli, dopo l’esperienza con il suo Milan, passa prima da Reggio Emilia e poi da Brescia; qui ha la possibilità di trovare, nuovamente, il suo amico Roberto Baggio.
“Dal Milan vado alla Reggiana, faccio un anno di B e poi vado al Brescia con Baggio, Pirlo e Hubner. Guardiola l’ho trovato al Watford, in Inghilterra.”
Infine, un pensiero per quei giocatori straordinari con i quali è riuscito a comporre la squadra più forte di sempre. Un pensiero soprattutto per il capitano Franco Baresi.
“Abbiamo automatismi difensivi dentro. Io e gli altri della difesa. Per quanto riguarda Franco io lo considero il capitano per eccellenza. Era un giocatore straordinario. Il più forte con il quale ho giocato”.
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