CORRIEREFIORENTINO.CORRIERE.IT (Marco Massetani) – “Avevo un doppio incarico, ero il medico della Nazionale e il direttore del Centro Tecnico di Coverciano. E quei ragazzi, per me, erano doppiamente figli. A loro dovevo offrire affetto e certezze”.
[…] “Italia-Germania, finale del Mundial 1982, è stata la partita che ha sancito la crescita graduale, giorno dopo giorno, gara dopo gara, di un gruppo di amici prima che di calciatori — spiega Fini — tutto era iniziato in maniera complicata. Giocammo tutto il primo turno a Vigo, una città del Nord. L’albergo era piccolo, con corridoi stretti. Fuori pioveva sempre e c’era il rischio Eta, negli spazi esterni venivamo scortati dai gendarmi. A Barcellona cambiò tutto, arrivò il sole, l’hotel era bello, disponeva di piscina e il ct Enzo Bearzot ebbe una buona idea, ovvero lasciare un po’ di tempo ai ragazzi per fare qualche tuffo. Al tempo stesso blindò i suoi, finiti nel mirino dei giornalisti, nominando Dino Zoff, ovvero un taciturno per natura, quale rappresentante azzurro presso la stampa. Una trovata geniale. Insomma, lì avvenne la svolta, l’Italia acquistò serenità, diventò un gruppo granitico. La verità è che Bearzot, che è sempre stato un mio caro amico, in quel momento non era ben considerato da certi ambienti e noi cercavano di stargli vicino. Seppe fronteggiare con grande abilità diverse situazioni, e infine decise di giocarsi partita dopo partita senza pensare troppo al futuro”. […] “Cosa dire di quella serata… Lo stadio — ricorda ancora Fino Fini — era stracolmo, 90.000 persone, il tifo assordante, e noi sapevamo che c’era un Paese intero che ci guardava in tv e che sperava nell’ultimo decisivo miracolo […]”
[…] C’è un altro personaggio legato a quella partita del luglio 1982 che Fino Fini si tiene stretta stretta al cuore. È l’ex Presidente della Repubblica Sandro Pertini, fumatore di pipa come il ct Bearzot. […] “Oltre alla famosa partita a carte sul volo di ritorno in Italia, c’è un episodio del quale non mi dimenticherò mai. È quando vedemmo arrivare Pertini negli spogliatoi al termine della finale. Lui era seduto in tribuna d’onore accanto al Re di Spagna Juan Carlos e tutti ricordano la sua traboccante esultanza dopo i gol dell’Italia. Al termine della partita, Pertini voleva raggiungere gli spogliatoi per congratularsi con i ragazzi, per festeggiare insieme a loro. […] Fu così che mentre stavamo festeggiando tra cori e brindisi, ce lo ritrovammo sulla porta. Era contentissimo. Si complimentò con tutti, ci confidò le proprie emozioni. Solo che il tempo passava […] A un certo punto si mise le mani sulla testa ed esclamò “Uh, accidenti, mi sono dimenticato il Re”. E risalì al proprio posto”.
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