CALCIONEWS24.COM (Gabriele Montoli) – La storia può farsi anche in giorni apparentemente normali, come in quel lontano 28 marzo 1993. La Roma è in vantaggio per 2-0 in casa del Brescia in piena zona retrocessione, grazie alle reti in tre minuti di Caniggia e Mihajlovic. A pochi giri di orologio dal termine, la partita può dirsi virtualmente chiusa.
Un match che non decide nulla in termini di classifica, in una data qualunque del calendario. Eppure, a tre minuti dal termine, accade qualcosa che a posteriori verrà ricordato come uno degli eventi più importanti della storia del calcio recente. Vujadin Boskov, allenatore della Roma, richiama l’attaccante Rizzitelli e butta nella mischia un sedicenne che poco tempo prima si è messo in mostra con la Primavera giallorossa. Il suo nome è Francesco Totti.
Quel che è successo nelle settimane, nei mesi e negli anni successivi è sotto gli occhi di tutti: venticinque anni di carriera con una sola maglia, 786 presenze e 307 gol complessivi, numeri che hanno reso Totti autentico simbolo della Romae icona del calcio italiano. Con i giallorossi vincerà lo storico Scudetto del 2001, strappandolo direttamente dal petto dei cugini della Lazio campione in carica, 2 Supercoppe italiane e 2 Coppe Italia. A livello individuale sarà uno dei due giocatori a vincere la Scarpa d’oro – l’altro è Luca Toni – nelle vesti di miglior marcatore europeo nella stagione 2006-07 con 26 gol. Totti diventerà anche uno dei simboli della Nazionale Italiana vincitrice al Mondiale di Germania 2006, al quale parteciperà benché reduce un gravissimo infortunio che aveva rischiato di compromettere la sua avventura.
Le sue gesta e l’amore dimostrato verso la maglia della sua città lo hanno fatto apprezzare in tutto il mondo e gli sono valsi l’inserimento nella FIFA 100, la famosa lista che annovera i più grandi calciatori viventi. Ed è incredibile pensare che tutto sia partito da lì, da quel normalissimo Brescia-Roma di un normale 28 marzo 1993.
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