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Galliani: “Siamo andati vicinissimi a rigiocare la partita col Marsiglia”

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(RIVISTA UNDICI di Francesco Girardi)

[…] La grande epopea del Milan berlusconiano, ora la seconda esperienza al Monza: nella sua vita come dirigente sportivo, Galliani ha sempre costruito il futuro guardando al passato, a ciò che ha funzionato una volta e perciò deve funzionare di nuovo.

[…] Il 20 maggio del 1991, al Vèlodrome di Marsiglia, si gioca il ritorno del quarto di finale di Coppa dei Campioni. In campo ci sono l’Olympique e il Milan. A San Siro è finita 1-1 e al 75esimo minuto il Milan – vincitore della coppa nella stagione 1988/89, e di nuovo in quella 1989/90 – è sotto 1-0, per via di ungol di Chris Waddle, e quindi è fuori dalla massima competizione europea. Quando mancano ormai pochissimi minuti al triplice fischio, l’arbitro Bo Karlsson interrompe la partita: si sono rotti dei fari e uno dei riflettori dello stadio non illumina più a dovere, pausa di venti minuti in attesa di risolvere il problema. L’amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani, non si fida degli elettricisti marsigliesi e decide quindi di ritirare la squadra: per farlo, scende in campo vestito come un detective di film noir e intima ai suoi giocatori di tornare negli spogliatoi. Il Milan non torna in campo, la partita rimane monca.

[…] “Perdevamo 1-0, come succedeva a Belgrado. Giochiamo negli ultimi minuti. Io dico: lo stesso Dio di Belgrado non può far venire la nebbia nel mese di marzo sul mare, così ha deciso di esprimersi facendo spegnere tutta l’illuminazione. E si spengono le luci. L’arbitro aveva detto che si poteva rigiocare, perché questo era irregolare. Così decidemmo di ritirare la squadra. Siamo andati vicinissimi a rigiocare la partita il giorno dopo, puntando poi a vincere la coppa. Ma non andò così”.

[…] “Torno a dire che il destino è stato incredibile: ci ha dato la possibilità di vincere contro quelle squadre che precedentemente ci avevano battuto. Adesso abbiamo pareggiato i conti con Liverpool e Boca”, dirà Galliani dopo la vittoria della Coppa del Mondo per Club nel 2007.

[…] “Una delle prime cose che ho fatto nel calcio non è stato prendere Gullit e Van Basten, ma andare a pagare il conto dal salumiere e dal farmacista, panettiere e altri di Solbiate Arno che non prendevano soldi da diversi mesi”.

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