Gigi Garzya, ex difensore di Lecce, Reggina, Cremonese, Bari, Torino e Roma, ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport dove ha ripercorso alcuni momenti della sua carriera in maniera particolare gli anni a Roma.
Di seguito uno stralcio:
Su Bianchi, Boskov, e Mazzone …
“… tre personalità molto forti, anche se differenti tra loro. Ottavio Bianchi dovrò ringraziarlo finché campo, perché fu lui a volermi alla Roma. Carlo Mazzone un sergente di ferro ma con tratti da padre, tra l’altro lo avevo conosciuto già a Lecce.
Di Boskov si percepiva, oltre al fatto che era davvero una gran bella persona, il fatto che aveva frequentato i più prestigiosi scenari calcistici in varie parti d’Europa. Fammi tornare un attimo su Bianchi però: uno come lui, che aveva allenato Maradona e vinto così tanto a Napoli, all’esterno appariva gelido, molto chiuso. In realtà, frequentandolo dall’interno ti posso dire, perlomeno per quella che è la mia esperienza, che era non solo una brava persona, ma addirittura un uomo dolce, molto corretto”.
Giannini, Aldair e Hassler …
“… tre fenomeni, tra i vari che ho avuto come compagni. Gente che fino a poco tempo prima avevo soltanto potuto ammirare attraverso la televisione. Già soltanto il fatto di potermi considerare loro compagno era un onore. Ti faccio un paio di esempi: Giannini bastava osservarlo attraverso la tv per capire che fosse un grande giocatore, ma soltanto giocandoci assieme mi sono potuto rendere conto della qualità di ogni sua giocata, della sua visione della manovra, della pulizia del suo tocco. Di Aldair, che era mio compagno di reparto, ti dico che era già uno dei più grandi difensori, ma oggi sarebbe il numero uno per distacco. Giocherebbe con la sigaretta in bocca: dava l’impressione di andare piano e arrivava prima; talmente bravo palla al piede che non ho mai capito se fosse destro o sinistro” …