È una vicenda intricata quella che porterà Berlusconi alla guida del Milan, e ci sono stati momenti che tutto sembrava virare verso il peggio
È il 15 gennaio 1986 quando Giuseppe Farina, ormai un ex presidente, affida “agli amici dei giornali” un messaggio ai tifosi e non solo…
Scrive Farina: “[…] La dura lezione del passato non è servita a tutti quanti sono o si dicono interessati a gestire questa squadra nell’ interesse dei soli e veri “padroni”, i tifosi. E si sono moltiplicate voci incontrollate, notizie false, contrapposizioni alimentate ad arte. Non c’ è che una strada per sottrarre il Milan a questo tipo di “attenzioni” ed è quello di bloccare unilateralmente, da parte mia, ogni considerazione, giudizio o reazione. Da oggi l’ex presidente Farina annuncia così di rinunciare ad intervenire sulle notizie che riguardino il Milan, confermando di aver delegato, con i relativi poteri, ogni aspetto della trattativa attuale ai professionisti di sua fiducia già indicati. E ciò per ridare tranquillità a sé stesso (e alla sua famiglia che lo accompagnerà in un già preventivato viaggio all’ estero) ma anche alla squadra, ai tifosi e all’ opinione pubblica, convinto che in questo modo sarà inevitabile incanalare l’intera questione sui binari della più assoluta correttezza formale tra le parti, nel rispetto per l’alto valore morale dell’immagine del Milan e nell’interesse di tutto il mondo del calcio”(Cit. La Gazzetta dello Sport, 15 gennaio 1986).
Farina quindi sparisce dalla scena e lascia gli avvocati in prima linea. I più maliziosi ritengono che il “già preventivato viaggio all’estero” non sia poi così preventivato.
Intanto a via Turati continua il “piantonamento” della società da parte della Federcalcio tramite il commercialista Italo Folino, con l’incarico di vederci chiaro tra i conti aziendali.
Berlusconi minaccia…se entro cinque giorni non riceve la documentazione contabile alzerà i tacchi e lascerà la società sull’orlo del fallimento…