(ILPOSTICIPO.IT di Simone Lo Giudice)
Il Posticipo intervista Gresko, uno dei protagonisti dell’Inter che, il 5 Maggio 2002, riuscì a perdere uno scudetto che sembrava già conquistato. Ve ne proponiamo uno stralcio.
[…] Fu Tardelli a volerla all’Inter?
[…] “Dopo l’Europeo del 2000, l’Inter ha cambiato allenatore: al posto di Marcello Lippi è arrivato Marco Tardelli che mi voleva fortemente. Io avevo avuto altre quattro offerte da squadre di Serie A: molto interessanti e non molto più piccole dell’Inter”.
[…] Che rapporto aveva con Ronaldo il Fenomeno?
[…] “Abitava sopra di me nello stesso palazzo. Era una grande persona, un calciatore unico. […] Coi sudamericani mi sono sempre trovato bene. Ronaldo era troppo forte, contro di lui era impossibile difendere, nemmeno Ivan Cordoba in allenamento ce la faceva perché Ronnie era sempre un passo in avanti con le sue finte”.
[…] Le fa rabbia che quella sconfitta sia stata legata al suo nome?
[…] “Non hanno massacrato solo me, tutta la squadra è stata massacrata. Anche io ho sbagliato, ma potrei menzionare tante altre cose che ci hanno impedito di vincere quell’anno”.
[…] Il presidente Massimo Moratti vi ha detto qualcosa dopo lo scudetto perso il 5 maggio?
[…] “La famiglia Moratti ci ha sostenuto sempre anche quando le cose non andavano bene: ci è stata sempre vicina. Lo ha fatto anche Giacinto Facchetti che oggi non c’è più”.
[…] Quando avete perso il campionato nella stagione 2001-02?
[…] “Ovviamente nell’ultima partita: vincendo con la Lazio avremmo vinto lo scudetto, ma abbiamo perso. A Verona contro il Chievo eravamo avanti 2-1 poi però la partita è girata e abbiamo preso gol all’ultimo minuto. Ci sarebbe bastato battere l’Atalanta in casa per vincere lo scudetto invece abbiamo perso: io però non avevo giocato perché squalificato per somma di cartellini gialli. Uno può trovare sempre il modo per giustificarsi, io però non cerco scuse per quello che è successo. Il giorno dopo eravamo delusi”.
[…] Nicola Ventola ha raccontato che lei è andato a fare un giro per Milano il giorno dopo la sconfitta dell’Olimpico e ha avuto una brutta disavventura: è vero?
[…] “Io ho tanti amici interisti in Italia: anche loro mi hanno chiesto se questa cosa è vera e perché ho sbagliato. Io non voglio dare colpe agli altri, mi prendo le mie responsabilità. Ero giovane, avevo 22 anni. Dopo una sconfitta che faceva male, la cosa migliore da fare è chiudere la porta di casa e rimanere lì dentro e non andare in giro”.
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Foto PASSIONEINTER