GLIEROIDELCALCIO.COM (Andrea Gioia)
Una storia di gemelli del pallone che avrà, sempre nel Paese dei tulipani, una continuazione circa due decenni dopo. Perché la storia dei fratelli Van de Kerkhof, insieme a tutta una generazione di fenomeni in maglia arancione, ha finito per scandire le ritmiche calcistiche di una nazione speciale, differente, innovatrice.
René e Willy nascono ad Helmond, Bramante, il 16 Settembre del 1951, iniziando a calcare i campi giovanili in quel Twente che si era formato soltanto a metà dei ’60. E con la formazione di Enschede riusciranno anche ad esordire in Eredivise, durante tre stagioni che porteranno la realtà di Overijssel a lottare per il campionato.
Entrambi se ne andranno nel 1973, entrambi passeranno al PSV Eindhoven. Carriere e destini paralleli.
Il decennio ’70 sarà il loro decennio, insieme a quello squadrone che cambierà la concezione di calcio e di schemi. Faranno entrambi parte della spedizione sfortunata in terra tedesca, così come in quella di Argentina ’78, conclusasi con l’ennesima sconfitta contro i padroni di casa. Più famoso René, più longevo Willy. Il primo tenterà fortuna all’estero, il secondo rimarrà fedele al calcio olandese.
Renè si spingerà fino alla tanto osannata Serie A, riuscendo ad arrivare alla Lazio di Castagner nella stagione degli europei in terra italiana. Presentazione grandiosa, condita da entusiasmo alle stelle. Presto, però, si trasformerà in una toccata e fuga. La Lazio sarà costretta alla retrocessione in B per via del calcioscommese e l’asso olandese si ritroverà, suo malgrado, costretto a tornarsene in patria, al suo PSV.
Giocatori e gemelli simbolo di una generazione d’oro; assi di prima grandezza che hanno finito per segnare la storia del calcio mondiale e di quello orange.