Di seguito un piccolo “studio” sui colletti nel calcio:
Colletto Polo
Di gran lunga il modello più utilizzato, in tantissime varianti come quella classica con bottoni, quella con i bottoni a clip direttamente sul risvolto, con righe eleganti dello stesso colore del crest – come nel caso della maglia Home ’98/’00 del Real Madrid – o addirittura con una cerniera, come quella del Siviglia indossata nella stagione ’99/’00.
Con loghi
Mettere i loghi direttamente sul colletto delle divise è una usanza degli anni ’70, ’90 e ’00, come quelli di Admiral per Tottenham e Galles, ma anche quello di Mizuno per la maglia da portiere del Watford, indossata nel corso della stagione ’97/’98. Sono proprio i modelli da portiere, in molti casi realizzati con il collo alto, a prestarsi a questo tipo di soluzione.
Con lacci
Il colletto con i lacci è quello che riesce a farci capire maggiormente la distanza che ci sia tra i modelli di maglie del passato e quelle contemporanee. Questo tipo di forma infatti è tra i più scelti dai brand per le retro collection o per le maglie celebrative. Indimenticabile il colletto della maglia giallo-verde utilizzata dal Manchester United dal ’92 al ’94, portato rigorosamente alzato da Eric Cantona, così come quella della Sampdoria degli stessi anni, con lacci spessi e molto lunghi.
Collo a V
Il collo a V non è scomparso così drasticamente dai design delle maglie di calcio, tuttavia in passato i marchi lo utilizzavano come vero elemento decorativo, molto di più di quanto non accada nelle ultime stagioni. Per le maglie delle nazionali il colletto era un modo per racchiudere un particolare motivo geometrico o i colori della propria bandiera, come nel caso del modello utilizzato dalla Nigeria nel 1996 o dalla Nazionale Croata ai Mondiali di Francia ’98. Soprattutto nella seconda metà degli anni ’90 il collo a V è stato combinato a quello polo, creando uno spazio di maglia riempito in molti casi con loghi o scritte ricamate.
(Fonte nssmag.com)